Buona Festa della Repubblica

In questo momento è scoppiato un temporale, uno splendido temporale che saluta la Festa della Repubblica e l’inizio di giugno, il primo mese della stagione estiva.

Come ogni anno accade in questo periodo, il centro storico ospita il mercato europeo, con commercianti e imprenditori provenienti da tutto il nostro continente. Io non ho resistito al richiamo dei biscotti bretoni, che sono una vera squisitezza, e ne ho comprati un po’:

Con il tè sono favolosi, talmente buoni da diventare indescrivibili. E mentre ascolto i tuoni e il dolce canto della pioggia, mi auguro che la domenica possa continuare a trascorrere serena.

Buona Festa della Repubblica a chiunque passi su questo blog.

Una domenica perfetta

Oggi pomeriggio, il freddo e la nebbia della mattina hanno lasciato posto al sole e a una temperatura abbastanza mite:

Ma non ho intenzione di uscire. La mia è una splendida domenica fatta di letture, di scrittura e di pensieri in libertà. Fatta soltanto di luce.

Ogni tanto mi alzo, esco sui balconi, guardo la strada oppure gli alberi, e mi perdo a osservare in lontananza. Ma non so che cosa: so che guardo e basta, ed è il puro guardare a rendermi lieta. Poi rientro.

Non desidero altro che quiete e ne sono felice, ne sono appagata in un modo che non so neppure dire, che non riesco a comunicare. Però so che un giorno di pace assoluta mi è necessario come l’aria che respiro. È una domenica perfetta, è un meraviglioso pomeriggio di aprile.

Il lunedì: a chi piace?

Il lunedì ha un compito ingrato, perché segna l’inizio della settimana. Un compito, questo, che lo rende abbastanza impopolare: il lunedì cancella di colpo i ritmi, gli svaghi e i pensieri del sabato e della domenica, restituendo le nostre vite all’implacabile flusso dei doveri. È un piccolo terremoto, uno sconquasso che richiede una discreta capacità di adattamento.

Adattarsi, essere flessibili, abituarsi. Dopo tutto, il segreto è sempre questo. Ma esiste, da qualche parte, una persona pronta ad adorare il lunedì? Io l’amavo molto ad agosto, durante l’adolescenza, perché di lunedì pregustavo i doni che mi avrebbe regalato la settimana: gite, lunghe passeggiate nel verde e cene sotto le stelle. Il lunedì rappresentava la garanzia che avrei avuto ancora, davanti a me, tante giornate per leggere, correre, danzare, divertirmi e sognare a occhi aperti.

Era un’altra età, non ci sono dubbi. Adesso lo vivo così: 😆

Marzo: ricordi e suggestioni

Marzo è arrivato facendosi autunno, di pioggia e di vento tutto vestito. Ed è un mese lungo, senza punti fermi, indefinibile, eccentrico. Come sarà?

Da adolescente, marzo risvegliava in me l’entusiasmo per la vita rimasto sopito durante l’inverno. M’inebriava il pensiero della primavera imminente e di ciò che avrei potuto fare: le uscite con gli amici, ore e ore a raccontarci tutto e niente seduti sotto gli alberi e in mezzo ai fiori.

E il tepore delle giornate miti, i lunghi pomeriggi del sabato e della domenica che promettevano svaghi, capricci e tanti segreti da raccontare o da nascondere in base all’umore, anch’esso altalenante come il tempo di marzo. Io l’immaginavo così, la primavera:

Erano i colori dell’anima, le tinte delle fantasie, i toni dei desideri. E la pioggia, quando compariva inaspettata, mi sembrava un’ingiustizia, un’assurdità, un dispetto, e fremevo arrabbiata in attesa che finisse. Non la capivo, non ne comprendevo il senso, non ne scorgevo la delicata bellezza, la poesia della sua musica:

Adesso, che della pioggia primaverile apprezzo tutte le sfumature, come se fossero un arcobaleno di significati, mi guardo intorno disorientata e mi chiedo come sarà questo mese impavido e un po’ folle, e come sarò io, se saprò viverlo, se accetterò le sue lusinghe.

E poi: a chi piace marzo? C’è qualcuno che l’ha eletto a mese favorito? Temo che sia un poco impopolare, poverino, e che non abbia troppi ammiratori. Ma forse sbaglio.

Quattro chiacchiere di poco conto in una domenica di primavera

Sono appena rientrata da una passeggiata e i miei occhi lacrimano e bruciano. La primavera è anche questa, una stagione di allergie, piccoli fastidi e occhi rossi. Però mi sento come una bimba, piena di stupore di fronte alla rinascita della natura.

In via Savani, nel giardino di una villetta i glicini resistono ancora, ma con grande fatica:

Sono felice che sia arrivato questo lungo ponte d’aprile, perché in città diminuiranno il traffico e le persone. E poi perché il cantiere di fronte al mio palazzo sarà fermo per qualche giorno. Questa è la mirabile vista che si può apprezzare dal balcone della mia cucina:

Qui saranno edificati tre palazzi cosiddetti “di lusso”, che si sommeranno alla palestra già realizzata e visibile, nella foto, sullo sfondo a sinistra.

Ed ecco il cantiere da un’altra angolazione. Ho scattato la foto il 16 aprile alle 19 e 48, mentre il cielo faceva sognare:

Per fortuna mi consolo col balcone della camera da letto, che mi regala un panorama piacevole:

Frammenti di tranquillità

Alzarmi in una domenica d’aprile, il silenzio in sottofondo e il cielo inquieto, turbato, sgomento; e sentirmi in pace, invasa da una calma indefinibile ma pura, senza tormenti, senza increspature – un mare calmo, una collina fresca di rugiada.

Frammenti di tranquillità assoluta – e non desiderare altro. Mi sento fortunata ogni volta che accade.

I piaceri della domenica

Dopo il tiramisù di ieri, mi è sembrato opportuno continuare con le delizie per la gola, ché certe abitudini sono benedette e guai a perderle. Crema chantilly e fragole per rallegrare la mia domenica:

Fra l’altro, mi viene in mente che non mangio bomboloni da parecchio tempo. Rimedierò senz’altro la prossima settimana, insieme alle frappe, ovvio, altrimenti a che serve il Carnevale?

Una passeggiata a novembre

Passeggiare nel primo pomeriggio di una domenica nebbiosa significa incontrare la quiete assoluta. Ho approfittato di questa giornata di festa per abbracciare novembre in alcune delle strade più belle del quartiere Sant’Agnese vecchia. Ho già mostrato alcuni angoli di questo quartiere la scorsa estate, quando il sole brillava di entusiasmo; adesso, con i colori autunnali, l’atmosfera è cambiata, densa di malinconia, struggente e bellissima.

Finora non ho mai pubblicato le foto di viale Medaglie d’Oro, che è un punto di riferimento di primaria importanza per Sant’Agnese. Il viale collega piazza Manzoni, dove si trova la cosiddetta stazione piccola, e viale Muratori, a ridosso del centro storico. Viale Medaglie d’Oro nacque come strada signorile ed è rimasta tale, nonostante, a quanto sembra, qualche segnale di decadenza. Il suo grande difetto risiede nel traffico insostenibile, che rende molto difficile l’attraversamento dei pedoni; inoltre il viale è caratterizzato da un’alta densità abitativa:

Qui viale Medaglie d’Oro verso la già citata stazione piccola, dove passano i treni che collegano Modena a Sassuolo. La stazione è l’edificio in lontananza, offuscato dalla nebbia:

Qui, invece, il viale in direzione del centro storico:

Via Vedriani è splendida e silenziosa:

Via Bellinzona, che fotografo ora per la prima volta, è una delle strade più famose del quartiere Sant’Agnese, ma appare in affanno perché i segnali di decadenza sono evidenti: alcuni palazzi sono poco curati e la via non è pulitissima. Qui si trovano anche un discount e alcuni negozi cinesi:

Lasciando via Bellinzona e attraversando via Vignolese, si arriva in via Valdrighi, un concentrato di ville e di palazzi di pregio. A sinistra si apre piazzale Riccò, dove sorge la chiesa di Sant’Agnese:

Ed ecco villa Torti, all’angolo con viale Moreali, abbandonata, in disfacimento e a volte vittima di sciacallaggi. Ho pubblicato qualche foto anche lo scorso settembre, ma adesso, con l’atmosfera novembrina, la villa è bellissima nonostante il suo sfacelo senza speranza:

Viale Moreali è uno splendore di ville che si susseguono l’una dopo l’altra, ma lo riprendo solo nell’insieme:

Passo in via Malmusi, elegante e assorta nel grigio di novembre:

Via Malmusi ospitava il più bel cinema di Modena, l’Olympia, una sala davvero elegantissima. Purtroppo il cinema è chiuso da molti anni ed è in rovina:

Di fronte al cinema ho scoperto una villa abbandonata:

Via Malmusi sfocia in viale Trento e Trieste, a ridosso del centro storico:

Attraversato il viale, via Malmusi riprende vita e mostra qualche sua piccola miseria:

Volto le spalle alla spazzatura per immergermi nell’atmosfera della strada, qui ormai alla fine:

Via Malmusi s’incontra con via Andreoli, una delle più belle strade di Sant’Agnese vecchia, a due passi dal centro storico. C’è da dire che, nonostante la via sia tra le più nobili della città, la situazione accanto ai cassonetti non sembra un perfetto modello di decoro:

Proseguiamo lungo la via:

Via Andreoli si dissolve in via Contri:

Qui sorge una delle più belle ville del quartiere:

Estate, confronti e mutamenti

L’estate è davvero qui, con tutta se stessa. Oggi è una domenica di luce e splendore ovunque, senza sfumature, senza titubanze, senza misteri – nulla bisogna indovinare. I mesi sono passati e questo percorso ha lasciato tracce che ho fermato nel tentativo di cristallizzare il tempo, nell’illusione di dominarlo almeno un poco. I confronti sono allora inevitabili, sono la forma materiale e concreta di questo incessante divenire.

Lo scorso gennaio – il freddo, il fango, la desolazione dell’inverno:

Lo scorso aprile – la dolcezza, la grazia, la benevolenza della primavera:

Oggi, giugno, estate – il trionfo della luce:

Lo stesso sentiero, lo stesso insignificante, minuscolo angolo di mondo trasformato dall’incedere delle stagioni.

E ora, di pomeriggio, sono avvolta dal silenzio, il silenzio profondo delle domeniche estive, una pausa salutare cui mancano la sobria solennità delle domeniche d’inverno e la misteriosa quiete di quelle autunnali.

Ma questo è soltanto l’inizio, perché l’estate è un cammino e una strana incognita. Come sempre avviene quando si apre un nuovo ciclo, ci si sente travolti da un confuso intreccio di speranze e diffidenze, come fosse un enigma irrisolvibile, un groviglio informe. L’estate resterà qui per circa tre mesi, che sono pochi, eppure sembrano un’eternità – doverli attraversare tutti e comprendere e tollerare.

Alla fine diventeremo altro, ciò che ora non immaginiamo – e davvero, davvero sarà una stagione per ricominciare.

Una passeggiata piacevole

La scorsa domenica, sotto un cielo così stinto da evocare frammenti di memorie autunnali, ho fatto una passeggiata lungo il parco che divide viale Muratori da viale Martiri. È uno di quei parchi che io definisco all’antica, perché è grande, pieno di bellissimi alberi e di normali panchine, a differenza di certi orrori sorti più di recente.

Il parco è una sorta di raccordo fra il quartiere Buon Pastore e il centro storico. Io lo raggiungo a piedi in dieci minuti. Qualche foto: