I suoni della natura

Su youtube si trovano video lunghissimi – in alcuni casi durano anche dieci ore – che riproducono il rumore della pioggia e dei temporali, del vento e del mare, del fuoco nel caminetto con i tuoni in lontananza, dell’acqua delle cascate e tanto altro ancora. In sintesi, i suoni della natura. Sono molto rilassanti, tanto da favorire il riposo notturno, ma anche la concentrazione durante la lettura, lo studio o altri impegni quotidiani.

Personalmente amo molto il sottofondo con pioggia e temporale, perché crea un’atmosfera intima, raccolta, serena. Anche adesso, mentre sto scrivendo questo post, ascolto il ritmo incessante della pioggia e i tuoni, e mi diverte l’idea che sia possibile sentire il rumore della pioggia in ogni momento, magari in piena estate, con i soliti, intollerabili 40° all’ombra, il sudore che cola in modo vergognoso e il senso di soffocamento a ogni ora.

Per chi ha gusti marcatamente bucolici, esiste anche la possibilità di trastullarsi con l’ascolto delle campane al pascolo in un bel prato di primavera, inclusa la presenza di volatili. Ottima esperienza, soprattutto per provare l’ebbrezza di sentirsi come Heidi, e ti sorridono i monti e le caprette ti fanno ciao.

Di nebbia, gelo e inverno

Ieri c’è stato un nebbione da film horror: camminando, non si vedeva nulla a un metro di distanza. E che dire del freddo? Gelo puro a tratti intollerabile. Però ha il suo fascino, anche se non mi aspetto che tutti condividano quest’opinione un po’ bizzarra. Certo è che, in simili condizioni climatiche, si apprezza la vita domestica e si apprezzano anche i pranzetti succulenti.

Se potessi scegliere, se avessi modo di sconvolgere le leggi della natura, esisterebbero soltanto due stagioni: autunno e primavera, una perfetta alternanza fra due diverse dolcezze. Ma, visto che non posso mutare l’inesorabile ordine delle cose, ammetto di apprezzare anche il freddo inverno, pungente e cattivello, ma con il grande merito di renderci attivi e di spingerci a mille riflessioni.

Intanto, buon proseguimento di settimana a tutti coloro che passeranno su questo blog.

Di luce a novembre

overnature.com-591

Il  mutamento  è  evidente. Nei  bellissimi  pomeriggi  di  ottobre, il  sole  entrava  dai  vetri  delle  finestre  chiuse  illuminando  le  stanze  per  ore, con  l’atmosfera  serena  e  persino  radiosa  del  primo  autunno, quando  la  vita  prevale  sullo  sfacelo  della  morte  e  il  declino  della  natura  è  soltanto  un  abbraccio  delicato, misterioso  e  un  po’  furtivo.

Adesso, invece, nonostante  le  giornate  serene, il  sole  non  riesce  più  a  illuminare  le  stanze  nello  stesso  modo: già  nel  primo  pomeriggio, le  ombre  prevalgono  sulla  luce, troppo  malata  e  stanca  per  poter  trionfare. È  la  seconda  parte  dell’autunno, quella  che  richiede  pazienza, attenzione, capacità  di  affrontare  fantasmi  e  indecifrabili  timori.

Era di giugno

giugno

Come  ho  scritto  in  altre  occasioni, molti  anni  fa  ero  solita  trascorrere  il  mese  d’agosto   nella  casa  che  la  mia  famiglia  aveva  in  appennino.  Soltanto  una  volta – non  ricordo  perché – mi  trovai  in  montagna  anche  a  giugno, subito  dopo  la  fine  della  scuola. E  fu  per  me  una  novità  importante.

Era  l’estate  nella  sua  magnificenza, all’inizio  del  suo  percorso:  viva, splendente, entusiasta  nei  suoi  colori  ma  ancora  vagamente  incerta, attraversata  da  un’indefinibile, lievissima, affascinante  timidezza. Le  mattine  erano  un  abbandonarsi  completo  alla  luce, un  correre  per  campi  assolati  ma  anche  attraversati   da  un  vento  che  significava  pace, ristoro, salvezza.  La  gioia  era  estrema: la  città  monotona  e  grigia  non  esisteva  più, i  ritmi  delle  stagioni  precedenti  erano  finalmente  dissolti, trasformati  in  una  memoria  lontana, quasi  un  sogno  dai  contorni  troppo  sfumati  o  un  fantasma  privo  di  qualsiasi  consistenza.

Si  entrava  così  in  un  mondo  di  fiaba, un  mondo  pensato, immaginato, dipinto  con  i  toni   della  fantasia.  Giugno  era  allora  l’amico  più  prezioso, il  sollievo  tanto  atteso  e  finalmente  arrivato, la  via  verso  la   spensieratezza  e  le   gioie  di  una  natura  che  chiedeva  soltanto  di   rendersi  complice,  dispensando  con  inarrestabile  generosità   le  sue  tante  meraviglie.

Dono d’autunno


Quando arriva l’autunno, prima o poi bisogna farlo. In un giorno di sole, con l’aria tiepida e la luce priva d’invadenza a farci compagnia, bisogna percorrere un viale coperto da foglie rosse e gialle per immergersi nella più bella poesia della natura, per dialogare con essa raccontandole sogni e struggenti ricordi e fantasmi remoti.

Saper cogliere certi doni meravigliosi è un privilegio che ammanta l’esistenza d’infinito.

Tutto è cambiato


Questa mattina la pioggia era leggera, quasi delicata, una carezza lieve sui capelli e sulle mani. Ma il cielo e l’atmosfera intorno parlavano d’autunno.

Tutto è cambiato e fra poco muteremo anche noi: trascorreremo le ore libere in maniera diversa rispetto all’estate, in compagnia di serate lunghe e di ombre sempre più scure, di nuvole irritate e di altri giorni di pioggia. Ma lo sfacelo della natura si farà poesia, ragalandoci infiniti colori e struggenti ricordi.

Frutti d’autunno

frutti
L’autunno è magnifico anche per questo: i suoi frutti hanno colori così caldi e intensi che sembrano sorriderci radiosi ogni volta che li guardiamo.
I frutti d’autunno infondono allegria, desiderio di calore e di riunioni spensierate intorno a una tavola preparata con cura ma senza sfarzo, con l’eleganza quieta, sommessa e modesta che tanto si addice all’incantevole bellezza d’ottobre.
Questa è la splendida e indecifrabile contraddizione della stagione autunnale: mentre la natura inizia la sua agonia, ci regala colori pieni di vita; mentre la natura si avvicina alla morte, ci regala un irrefrenabile desiderio d’esistere.

(La foto è tratta da:
http://www.fondoambiente.it)

Nel sentiero d’autunno

foto_ambiente_2332
Spesso i sentieri attirano la nostra immaginazione, soprattutto quando non si sa dove conducano né quanto siano lunghi, e quindi diventano particolarmente attraenti perché luoghi del mistero. Se poi il sentiero è dolcemente invaso dalla struggente intensità dei colori autunnali, l’attrazione che proviamo può aumentare. E allora desideriamo immergerci completamente in esso, avvolti dal silenzio, e sognare a occhi aperti in attesa di giungere lentamente alla fine del percorso per scoprire cosa ci attende.
Quando l’agonia della natura è uno splendore di sfumature calde e di accesi contrasti, ci assale paradossalmente un prepotente desiderio di vita. Anche questo è uno degli inimitabili doni dell’autunno.

E per fortuna…


…che oggi è il sei settembre. L’afa non accenna a diminuire, è la stessa identica afa di luglio, mese infernale qui in Val Padana.
In queste condizioni non resta altro che consolarsi con una bella immagine: le montagne in lontanza, sfiorate dalla neve, e le limpide acque del lago in cui, immobili, si specchiano, offrono un inaspettato ristoro. E i colori puri, quasi cristallini, sono poesia per i nostri occhi stanchi.