Dal titolo del post si comprende facilmente che non ho intenzione di soffermarmi su argomenti troppo seri. Ma non sarò neppure frivola. Anzi, a dire il vero non so come sarò: desidero, infatti, scrivere quello che capita, liberamente, mentre digito sulla tastiera in questa tarda serata d’inverno. Il freddo è pienamente invernale, almeno qui, ma il paesaggio conserva ancora toni autunnali, caldi e affascinanti.
E mentre l’autunno sta per congedarsi, è piacevole ricordarlo e celebrarlo, ringraziandolo per la sua immancabile tenerezza:



Le giornate autunnali luminose e dorate sono uno spettacolo quasi insuperabile. E si vorrebbe che non avessero fine, che splendessero un giorno dopo l’altro. Ma torneranno, fra un anno saranno ancora con noi.
Adesso ci attende il Natale. Ognuno lo vive in base al proprio carattere, alla forza dell’abitudine, all’età e alle situazioni del momento. Io ho già preparato i miei alberi e ho addobbato con diligenza tutto ciò che dovevo addobbare. Ma mi sto annoiando molto – l’ammetto – nel pensare al Natale; lo sto vivendo come un obbligo o un fastidio, qualcosa di cui farei volentieri a meno. Insomma, non mi entusiasma. Ma siccome non amo lamentarmi e preferisco invece, quando posso, trovare soluzioni concrete per vivere al meglio anche ciò che detesto, ho deciso che trascorrerò le feste leggendo e scrivendo molto, attività che mi piacciono e che, nelle giornate dedicate alle liete libagioni, potrò fare con calma, senza guardare l’orologio.
E poi verranno gli ultimi giorni dell’anno, quelli fra Natale e San Silvestro, quei magnifici giorni sospesi, caratterizzati da un silenzio anomalo, quasi solenne, giorni in cui tutto appare sfumato, diluito, quasi inconsistente – desideri, passioni, sentimenti, aspettative, ansie, gioie e tristezze. Sono giorni misteriosi e forse tra i più affascinanti dell’anno. A voi piacciono?