
Scrivo una frase e poi cancello. Cambio argomento, ricomincio, l’idea è buona – è vero – ma no, non mi va e cancello di nuovo. E pensare che non mi mancano i temi e neppure i concetti, tanto che potrei scrivere cinque post tutti insieme.
Ma mi sento così, mi sento incerta e stanca e strana e distratta, come di fronte a un bivio con mille strade ad aspettarmi: questo va bene, questo no, questo è troppo, questo non sarebbe compreso. Mi fermo, ripenso, provo ancora, eppure no, no, qualcosa non va.
Vorrei che piovesse, ecco. Vorrei che il cielo fosse denso di tinte scure – e i tuoni e lo scorrere dell’acqua sui vetri e finalmente in pace. Allora scriverei una parola dopo l’altra, senza pormi domande, cullata dalla pioggia, meravigliosa compagna.
Ma lo so, so cosa sta succedendo: è l’arrivo della primavera a stordirmi – l’ora legale, i pomeriggi troppo lunghi, la luce, la luce costante. Eppure passerà anche questo, perché è soltanto una questione di abitudine. Bisogna accettare la transizione, assestarsi, trovare un equilibrio, sopportare il mutamento.
Talvolta, il passaggio da una stagione all’altra è un piccolo fardello. Occorre imparare a portarlo con sé, a farlo proprio, e senza lamentarsi, per non avvertirne troppo il peso.