L’estate mia

Mi piace l’estate randagia, quella in cui decidi di andartene, andartene senza rendere conto a nessuno della tua esistenza, l’estate per vivere, vivere e basta – e che tutto vada in malora, senza sensi di colpa.

Mi piace l’estate in cui ti alzi presto una mattina, per infilarti in fretta in un sentiero e perderti fra gli alberi e i monti, e arrivare là, dove non sai, per tornare indietro o parlare col primo che capita – ché io non faccio distinzioni.

Mi piace l’estate in cui sentirmi il vento addosso, quello intollerabile dei giorni torridi – Dio, quanto li odio! -, ma gli abiti sono leggeri, il corpo mio una meraviglia e niente, niente costrizioni.

Mi piace quella smania di partire, di sapere, di fuggire – e ci provassero a trattenermi, vedrebbero ciò di cui sono capace, tutte le tempeste che so scatenare.

Mi piace l’estate vera, quella in cui ti siedi al tavolino di un bar in un posto che chissà come si chiama – ammesso che ce l’abbia, un nome – e aspetti il caffè, ti senti in pace con il mondo intero e ignori cosa ti porterà la notte – e chissà se ci ritorni, a casa.

Mi piace l’estate delle cene in giardino, del telefono spento, delle distanze, della libertà assoluta – quella che fanno in modo di toglierti per metterti in catene. Ma, cari miei, no, non mi avrete mai.

Vaccino e notte d’estate

Alle 4 di notte del 21 luglio, col sadico caldo padano che infieriva sulla città, mi sono improvvisamente svegliata scossa da brividi forti. Il segnale era chiaro: febbre. Così mi è venuto da ridere mentre mi alzavo per raccattare una coperta di lana e uno scialle, allo scopo di attutire un po’ la sensazione di freddo. In piena estate.

Poi, dalla mattina alla sera, tutto il resto dei sintomi, nessuno escluso: continui capogiri che mi hanno costretta a passare la mattina sdraiata (non trascrivo il tipo d’imprecazioni cui ho pensato mentre mi trovavo in quelle condizioni), forte mal di testa, dolore a tutte le ossa e persino agli occhi, spossatezza, sensazione di nausea e, nel tardo pomeriggio, febbre fino a 38 e 6. Così ho preso una Tachipirina, la febbre è sparita nel giro di due ore, ieri sono stata molto meglio, oggi sono completamente sana.

Tutto questo per dire che la seconda dose del vaccino Moderna, fatta alle 17:45 di martedì 20 luglio, mi ha causato alcuni effetti spiacevoli. Niente di grave, per carità, ma ho sperato fino all’ultimo che non mi accadesse, dato che, a quanto sembra, soltanto il 10% dei vaccinati con Moderna presenta questo tipo di disturbi, e io ovviamente speravo di appartenere al restante 90%.

Il mio piccolo sacrificio, però, mi ha regalato una ricompensa: proprio ieri ho ricevuto un sms con il mitico authcode, utile per scaricare l’ormai celebre Green pass, che così è già tutto mio. Non che io abbia intenzione di darmi a divertimenti sfrenati fra ristoranti, eventi rabberciati alla meno peggio, sagre della cipolla o del rosmarino fritto e strane riunioni; al contrario, la mia vita procederà serenamente lungo i consueti binari della prudenza e della sobrietà, per cui il certificato di immunità resterà inutilizzato. Però ‘sto Green pass è una bella soddisfazione, considerando che se ne parla tanto e che fa discutere e litigare politici e cittadini, compresi negazionisti e complottisti, attualmente scatenatissimi su Faccialibro e social vari. 😆

Lunedì e solstizio: si ricomincia

Si fatica, di lunedì, si fatica a riprendere il solito ritmo, soprattutto d’estate. Ma occorre ricominciare, non bisogna fermarsi, la realtà preme senza ammettere deroghe o improvvisazioni, e anche il blog richiede qualche attenzione. Riprendo dunque a scrivere con calma, come si addice a un caldissimo lunedì estivo – e pensare che questo è persino il solstizio. 🍹🌝🔥

Mi limito ad alcune foto. D’estate via Solieri è verdissima, un angolo cittadino sconosciuto ai più e a soli cinque minuti a piedi dal centro storico:

Lo stesso scorcio a gennaio, con una nebbia molto leggera:

E poi il parco sotto casa mia. Adesso:

A primavera:

D’inverno:

Anticiclone africano e consigli preziosi

Prima di tutto sappiatelo, senza nascondervi dietro illusioni e ingenue speranze: sta arrivando l’anticiclone africano e nessuno potrà fermarlo. Bisogna mettersi il cuore in pace.

Però questo dramma presenta anche alcuni risvolti comici: i consigli sconcertanti che, ogni anno, i giornali ci propinano allo scopo apparente di aiutarci a tollerare il caldo afoso. Ieri sera, ad esempio, ho letto questo sul Resto del Carlino:

Cosa fare, dunque? Il sito di Arpae ci ricorda […] consigli pratici per limitare la sensazione di disagio (bere molta acquaevitare gli alcolicinon uscire tra le 12 e le 17 e prediligere abiti leggeri e di colore chiaro […].

In effetti le città pullulano di persone che, d’estate, fanno lo sciopero della sete e indossano con gioia cappotti, guanti e sciarpe; perciò sì, apprezziamo certe perle di saggezza. 😆

Luglio fra noi

 

 

 

 

 

Salutiamo l’arrivo di luglio, il mese del caldo afoso e del sole ininterrotto, con un’immagine che evoca freschezza, possibilità di respiro, svago. E poi l’acqua irrefrenabile, che non conosce pause, che continua a scorrere qualunque cosa accada, è un potente simbolo del flusso del divenire, del mutamento incessante che travolge ogni cosa, dell’infinito.