I suoni della natura

Su youtube si trovano video lunghissimi – in alcuni casi durano anche dieci ore – che riproducono il rumore della pioggia e dei temporali, del vento e del mare, del fuoco nel caminetto con i tuoni in lontananza, dell’acqua delle cascate e tanto altro ancora. In sintesi, i suoni della natura. Sono molto rilassanti, tanto da favorire il riposo notturno, ma anche la concentrazione durante la lettura, lo studio o altri impegni quotidiani.

Personalmente amo molto il sottofondo con pioggia e temporale, perché crea un’atmosfera intima, raccolta, serena. Anche adesso, mentre sto scrivendo questo post, ascolto il ritmo incessante della pioggia e i tuoni, e mi diverte l’idea che sia possibile sentire il rumore della pioggia in ogni momento, magari in piena estate, con i soliti, intollerabili 40° all’ombra, il sudore che cola in modo vergognoso e il senso di soffocamento a ogni ora.

Per chi ha gusti marcatamente bucolici, esiste anche la possibilità di trastullarsi con l’ascolto delle campane al pascolo in un bel prato di primavera, inclusa la presenza di volatili. Ottima esperienza, soprattutto per provare l’ebbrezza di sentirsi come Heidi, e ti sorridono i monti e le caprette ti fanno ciao.

Chiacchiere a Santo Stefano

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Il  25  dicembre, verso  l’ora  di  pranzo, ha  telefonato  un  amico  di  mio  padre. Si  trovava  in  appennino,  in  un  ristorante, per  il  tradizionale  pranzo  di  Natale; ma, siccome  non  era  contento  di  stare  insieme  ai  suoi  parenti – in  particolar  modo  insieme  a  sua  sorella  e  a  suo  cognato – ha  chiamato  mio  padre  per  un  piccolo  sfogo.

Un  episodio  banale, possono  pensare  in  molti. Eppure, nella  sua  banalità, è  emblematico  di  tanti  malumori  che  spesso  accompagnano  le  riunioni  di  famiglia  forzate, quelle  a  cui  non  si  vorrebbe  partecipare  neppure  sotto  tortura  ma  che, in  realtà, non  possono  essere  evitate, perché  a  Natale  si  fa  così, perché  insomma, non  ci  si  può  rifiutare, perché  sono  i  miei  parenti  e  quindi  come  faccio  a  dire  di  no? Tutte  ragioni  comprensibili, ovviamente: la  vita  è  fatta  anche  di  compromessi  e  tanti  dissapori  sono  senz’altro  superabili  con  un  po’  di  pazienza  e  di  saggezza. Ma  quando  certe  situazioni  sono  insopportabili, quando  le  relazioni  familiari  sono  un  autentico  castigo – un  opprimente  intreccio  di  rivalità, forti  risentimenti, invidie  e  dispetti – è  meglio  evitare  compromessi  e  ipocrisie: un  bel  taglio  netto  ai  rami  secchi  non  può  fare  altro  che  bene.

Con  Santo  Stefano, le  feste  non  sono  finite, anche  se  per  molti  sono  (finalmente)  finiti  gli  obblighi  di  pranzi  e  cene  coi  parenti. E  non  occorre  attendere  la  sera  di  San  Silvestro  per  parlare  di  festa, perché  anche  l’intervallo  fra  Natale  e  Capodanno  è  un’occasione  di  festa, almeno  per  chi  non  deve  andare  a  lavorare: ci  si  può  rilassare, si  può  passeggiare  senza  fretta  in  un  bel  parco – perché  i  parchi, d’inverno, hanno  un  fascino  particolare -, si  può  leggere  con  calma  qualche  bel  libro, si  può  oziare  un’oretta  sul  divano  senza  sentirsi  in  colpa  e  altro  ancora.  In  fondo, per  creare  un  po’  di  magia  basta  poco: basta  lasciare  fuori  dalla  porta  preoccupazioni  e  persone  moleste, dedicandosi  a  se  stessi, cioè  volendosi  bene.