A novembre, in un pomeriggio di pioggia

Oggi, il  primo  pomeriggio  è  un  groviglio  di  grigio  cupo  e  di  pioggia  sottile  ma  intensa. Una  vera  giornata  di  novembre, invasa  da  una  tetra  malinconia  che  induce  inevitabilmente  ai  ricordi. L’anno  non  è  ancora  terminato, ma  dicembre  si  avvicina  e  le  settimane  sembrano  fuggire  con  un  ritmo  che  ci  lascia  frastornati. Così, emerge  qualche  memoria  legata  alle  stagioni  che  si  sono  susseguite  in  questo  2013. Mi  torna  in  mente  lo  scorso  gennaio  con  la  sua  prima  neve:

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Ho  scattato  questa  fotografia  in  un  pomeriggio  freddissimo. Oscurità, desolazione, strade  vuote: l’inverno  è  anche  questo, ma  è  un  privilegio  saperlo  vivere  e  comprendere. Quando  svanisce,  lasciando  spazio  alla  timida, ingenua  ma  irruente  primavera, tutto  cambia:

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Quest’anno  aprile, che  a  volte  riserva  sorprese  meravigliose, è  stato  quasi  sempre  grigio, asfittico, lievemente  malinconico, tanto  che  ho  fotografato  questi  glicini  a  maggio, in  ritardo  rispetto  al  consueto  ritmo  di  primavera. Della  primavera, soprattutto  verso  la  fine  di  maggio, amo  il  tardo  pomeriggio  che,  con  la  sua  lunga  durata  e  accarezzato  da  un  clima  ancora  mite, si  stempera  nella  sera  adagio, fondendosi  con  essa  in  un  gioco  di  luci  e  ombre  così  intenso  da  creare  un’atmosfera  impregnata  di  gioia  e, nel  contempo, di  un  forte  senso  d’intimità. Per  questo, una  domenica, verso  le  diciotto  e  trenta, ho  voluto  fotografare  la  luce  in  una  stanza:

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Fotografare  la  città  d’estate  non  m’interessa, perché  l’afa  la  rende  squallida  e  volgare. Tutto  muta, però,  con  l’arrivo  dell’autunno, che  riesce  a  rendere  attraenti  anche  gli  angoli  più  banali. Quel  miracolo  della  natura  che  è  ottobre  non  fa  altro  che  regalare  bellezza  con  una  generosità  commovente:

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A  ottobre  non  occorre  cercare  strade  particolari  o  luoghi  inusitati: la  poesia  è  lì, completamente  dispiegata  davanti  ai  nostri  occhi. Richiede  soltanto  la  capacità  di  coglierla  e  di  farla  propria, la  disponibilità  a  lasciarsene  invadere  senza  opporre  barriere  o  sciocche  diffidenze. Poi  arriva  novembre, e  l’autunno  accentua  la  sua  splendida, arcana, coinvolgente  malinconia:

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La  scorsa  domenica, in  una  mattina  colma  di  oscurità  e  di  una  tristezza  quieta, quasi  evanescente: i  semafori  rossi, poche  persone  lungo  il  viale, il  profumo  del  tempo  perduto. Sono  gli  stessi  alberi  di  tanti  anni  fa, in  apparenza  immobili  ma  in  realtà  attenti  osservatori  dell’esistenza  che  scorre, delle  stagioni  che  nascono  e  muoiono, dei  nostri  passi  frettolosi  o  stanchi.

Una risposta

  1. Bellissima la foto della luce nella stanza!
    Per quanto riguarda il ciclare delle stagioni, il pensarci mi mette un pò di tristezza. Perchè a ogni giro… è passato già 1 anno!

  2. Ben ritrovata, sabby. 🙂

    Marco@, durante l’infanzia mi sembrava che il tempo trascorresse molto lentamente: autunno e inverno mi sembravano eterni. Da adulta, invece, ho la sensazione che tutto fugga via con una velocità impressionante. E provo un po’ di sgomento.

  3. Ciao Romina, come mi fai sognare e pensare ogni volta che Ti leggo.
    Quanti i ricordi di questo 2013, pensa che poco fa stavo guardando le foto di quest’anno e mi è venuta tanta nostalgia… dei bei momenti che ho passato con la mia famiglia!
    E poi è vero, passa tutto troppo velocemente… ma penso alle cose belle che faremo nel 2014!!!
    Bacioni, a presto, Federica

  4. Un vero e proprio compendio delle tue capacità di osservatrice attenta e appassionata sul mutare delle stagioni, e delle tue considerazioni sincere e profonde sul passare del tempo.
    In una giornata come oggi, mestamente quieta, piovosa e grigia, si è portati alla riflessione, e un post come questo si sintonizza perfettamente con lo stato d’animo di chi si concede i giusti ritmi di vita, o cerca di farlo.
    Mi dispiace solo il tuo giudizio così drastico sull’estate cittadina, che spesso nasconde, fra le pieghe di un clima a volte feroce, attimi di grande magia.

    Un salutone.

  5. Ben ritrovato, Lorenzo@. 🙂

    Franz@, venerdì scorso, di mattina, ero a Bologna: prima alla Montagnola poi in area universitaria, per una questione importante.
    Dopo, rapidissimo giro al mercato, camminata veloce in Via Indipendenza fino a Piazza Maggiore (il tempo a mia disposizione era poco) e ritorno a casa prima delle tredici. Mi piace vedere l’autunno a Bologna perché mi ricorda i miei trascorsi da pendolare in giovanissima età.

    Ti auguro una buona settimana.

  6. Il glicine, il viale, la stanza…sono immagine fermate nel tempo che ci parlano e raccontano tante cose. Molto belle Romina, ci parlano anche di te ovviamente e forse per questo sono ancor più belle.

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