Il fascino dell’inverno

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Durante l’infanzia e l’adolescenza, amavo l’estate perché era per me sinonimo di libertà: tre mesi in cui poter fare ciò che mi piaceva, uscire, andare in montagna, stare all’aperto il più possibile. Oltretutto tolleravo il caldo benissimo.
Adesso, invece, la mia stagione preferita è l’autunno, a causa della bellezza dolce e malinconica dei suoi colori, della sua atmosfera rarefatta, del suo segnare la fine di un caldo tropicale che fisicamente non sopporto più.

E ho rivalutato persino l’inverno, stagione che credo non piaccia a nessuno o quasi. Anzi, forse celebrare il fascino dell’inverno può apparire un atto un po’ folle, perché l’inverno è cupo, è scuro, è vita che si conclude, è gelo, tremore.
Eppure non mi dispiace più. Non mi dispiace, se ho una giornata di libertà, starmene chiusa, al caldo, e guardare da una finestra il grigio del cielo, le ombre della sera che scendono cupe sulla città, i passanti che camminano velocemente. Non mi dispiacciono i colori scuri, la nebbia che confonde le cose, gli alberi spogli. L’atmosfera che caratterizza l’inverno mi regala la capacità di concentrarmi, di non disperdermi, di essere sempre attiva.
Gusti personali, del tutto soggettivi, è ovvio.

Una risposta

  1. Sarò banale, ma la mia stagione preferita è la primavera.
    Quando ero giovane l’arrivo della primavera era … un piacevole scombussolamento!
    Oggi, che sono “meno giovane”, mi piace ricordare … quelle primavere!

  2. “Scombussolamento” mi piace…

    No, non è banale amare la primavera, tutt’altro, è solo questione di gusti.
    Durante la mia infanzia, c’erano delle belle primavere, miti e dolci, che per me erano un piacere straordinario. Adesso no, adesso dal freddo o quasi passiamo all’afa, all’impossibilità di respirare.

  3. Senz’altro non eri neppure nata, quando già dicevano “… non ci sono più le mezze stagioni!”
    Quando ero ragazzo si sentiva spesso dire: “E’ la bomba atomica che cambia il clima” (Era il periodo di numerosi esperimenti).
    Forse, e lo spero, la vita dell’uomo è talmente breve rispetto alla vita della terra, che i ricordi non si allineano molto bene con i periodi di glaciazioni e sglaciazioni, ed i periodi intermedi, che durano secoli.

E tu che ne pensi?