Ottobre è l’intenso grigio di giornate malinconiche eppure serene, giornate spente eppure vitali – stupefacenti nella loro placida solennità.
Ottobre è la pioggia che invita alla saggezza, la saggezza di stanze chiuse, di mura spesse e di case vecchie – e la dignità d’interminabili silenzi.
Ottobre è il sole lieve di giorni chiari e senza affanni, giorni di foglie colorate lungo le strade assorte e mute, giorni di quiete e di ricordi, di memorie che trapassano il cuore – mentre la sera cala misteriosa a custodirle.
Ottobre è uno scrigno, un oggetto polveroso chiuso a lungo in una soffitta buia. Ma arriva un giorno, un giorno particolare; arriva un giorno in cui si sale in quella soffitta e si cerca quello scrigno, per aprirlo, per comprenderlo, per coglierne ogni segreto. E allora si scopre un tesoro, un insieme di oggetti di squisita fattura – e poi lettere, vecchie cartoline, qualche foto ingiallita, il passato che ritorna e che invoca attenzione.
Ottobre è la verità, la verità che emerge adagio, con garbo, con infinita grazia – per non ferire.