È l’ora indefinita e stanca che, d’estate, precede la sera. Si alza il vento, si muovono le tende davanti alle finestre spalancate, una pallida sfumatura di giallo interrompe il flusso della luce trasparente. Così il tempo diventa altro, mentre le mura intorno svaniscono, la giornata è scivolata via per sempre e il silenzio è un respiro affannoso e lento.
Le tende che danzano al vento, il tempo che ormai non è più – come se dovesse arrivare qualcosa, come se tutto d’improvviso dovesse mutare. E si abbandona ogni difesa, ci si lascia trasportare, ci si affida al passato e al presente, confusi nella luce che trema d’un brivido strano: compaiono prati e infiniti tramonti e vivaci colori di tanti anni fa; ritornano campi e magie d’altri tempi e insperati colori di tanti anni fa.
Le tende che danzano al vento, l’estate che inventa illusioni, il tempo che intreccia ricordi.