
Per me il tè pomeridiano è uno dei riti più belli della giornata. Però, come tutte le abitudini, risente delle stagioni: bere il tè in un pomeriggio d’estate, ad esempio, è cosa ben diversa dal farlo in un malinconico giorno d’autunno o in una gelida domenica invernale.
Il tè freddo, d’estate, è soprattutto un momento di ristoro, necessario, simpatico, ma privo delle complesse sfumature che investono questo rito in altre stagioni: è un intermezzo un po’ superficiale, divertente, rilassante, ma tale da non evocare profonde emozioni.
D’autunno, quando i pomeriggi sono una danza di luci e di ombre e si avverte il declinare del sole come un abbraccio avvolgente, la cerimonia del tè diventa tutt’uno con l’atmosfera della stagione: è una pausa languida e dolce, un rallentare per meglio comprendere, un ponte che collega passato e presente, un intreccio di ricordi, gioie e malinconie. È un commovente mosaico di colori proprio come l’autunno, enigmatico e fraterno, tenero e forte nello stesso tempo.
D’inverno, il rito del tè bollente assume un tono speciale. È una risposta decisa al freddo inclemente della stagione, un momento di ristoro come avviene d’estate, ma con una differenza fondamentale: d’inverno la superficialità della stagione calda è assente, e la dolce, timida profondità che investe il rito del tè durante l’autunno si trasforma in un intervallo accompagnato da riflessioni prive d’incertezze, sobrie, austere, appaganti. Il senso di calore è forte, il piacere intenso, la gioia senza ombre; ma vengono meno le vertigini dell’anima che accompagnano questo rito nella stagione precedente.
Poi c’è la primavera, l’eterna adolescente affamata d’emozioni e d’innocui divertimenti. Con lei, la cerimonia del tè non può fare altro che perdere la solennità delle stagioni fredde per diventare un gioco spensierato e allegro, ricco di toni pastello nei pensieri e di sogni senza capo né coda. Ma talvolta, quando fuori piove, raggiunge un’intensità strana, che sa di forti consapevolezze e d’inconfessabili segreti.
So di aver già affrontato questo argomento, sia pure in maniera diversa. Ma qui siamo in un salotto, in un piccolo spazio concepito per conversare amabilmente, e, quando si conversa per tanto tempo, è inevitabile tornare su certi argomenti per approfondirli, osservarli da altri punti di vista, comprenderli meglio. E per saggiare le nuove emozioni che, a distanza di anni, suscitano in noi. Così vi chiedo: a voi piace prendere il tè? E come affrontate questo rito? Ogni racconto, breve, lungo o lunghissimo che sia, è gradito.
Intanto, ecco come potrebbe essere una bella pausa tè in primavera: un sogno di fiori e di colori in un giardino che ruba le sue fresche tinte al paradiso.

(L’immagine è tratta da: http://www.fanpop.com/clubs/yorkshire_rose/images/30734127/title/welcome-english-tea-party-sylvie-photo)