La foto proviene dallo Spettro della bolognesità. 😄
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Verso l’autunno
Ormai è chiaro: basta guardare la luce del sole per accorgersi che l’autunno è alle porte. È una luce allegra ma pacata, saggia nella sua moderazione, calma nella sua assenza di furore.
Qui, nei giorni scorsi, c’è stata un po’ di pioggia, ma non la vera pioggia autunnale. Ogni stagione, infatti, ha la sua pioggia – particolare, unica, diversa dalle altre. La pioggia d’autunno è accompagnata da un velo di malinconia, che invita alla riflessione lenta e profonda, ma senza la severità e la cupa ostentazione dell’inverno. Non ha la dolce gaiezza e il tono lieve della pioggia primaverile; eppure, a ben guardare, sotto il suo velo di tristezza spesso appare un sorriso che riscalda, seduce, compiace. Ciò non deve stupirci, perché l’autunno è la stagione più complessa e misteriosa, l’unica che sa donare malinconia e serenità nello stesso tempo. Aspettiamo allora che arrivi, per lasciarci trasportare dalla sua indecifrabile magia.
Pioggia ad aprile
Di neve e silenzio
D’inverno, il silenzio sa essere talmente profondo da apparire solenne e meritare rispetto. Talvolta, quando i giorni sono tetra agonia di nero e di grigio, incute timore suscitando pensieri fra tenebre e gelo.
Però, mentre cade la neve lenta e costante, il silenzio è un abbraccio sincero, uno scrigno di ricordi e segreti, una bianca promessa di pace e infinito.
L’ora migliore
Novembre avanza grigio e freddissimo, violento nella sua straziante disperazione. Mattine di nebbia gelida e pomeriggi scuri ad attendere il buio di notti senza fine: è l’autunno che piange, stremato dal dolore.
Questa è l’ora migliore. Fra pochi minuti, il giorno inizierà a spegnersi in favore dell’oscurità. Allora, i fantasmi dei ricordi emergeranno dalla nebbia della sera, opachi, confusi e stanchi. Ma sarà soltanto pietà ad accompagnare il disincanto.
Estate sul blog
Il clima estivo, con il desiderio di vacanze e di spensieratezza che sempre vi si accompagna, contagia anche il blog. Ogni anno mi capita la stessa cosa, ogni anno si ripresenta la medesima sensazione: per quanto possa sembrare strano, persino questo spazio mi appare diverso, completamente catturato dalla luce e dalla maliziosa leggerezza dell’estate.
Il blog mi parla e mi chiede di abbandonare le riflessioni troppo impegnative, le profonde immersioni negli abissi più remoti dell’anima e i pensieri austeri. Questo è il momento del sorriso che si trasforma in sonora risata, questo è il momento degli scherzi e dei repentini sbalzi d’umore che sanno d’adolescenza e di capacità di sognare.
Il sole c’è nonostante tutto, nonostante ciò che consapevolmente si elude per non turbare e opprimere gli altri. L’estate vuole essere, qui e ora, un augurio per tutti: possa questa luce trasformarsi in un messaggio colmo di letizia; possa tanta inebriante vitalità cancellare le ombre più cupe.
La grazia
La grazia è un incanto discreto che sfugge agli occhi del mondo. È un calmo sorriso accennato al tramonto, è uno sguardo che parla d’emozioni remote, è una mano protesa a raccogliere un fiore.
La grazia è un incanto discreto che passa fra nuvole stanche.
(Nell’immagine il dipinto Paesana toscana, di Cristiano Banti)
Nel regno delle fate
In una favola che si rispetti, o almeno in molte favole che ci hanno raccontato da bambine, nei momenti di difficoltà appare d’improvviso una bella fata a risolvere tutti i problemi e a dispensare utili consigli.
La vita reale non è una fiaba, lo sappiamo bene. Eppure le fate esistono davvero, sebbene siano molto diverse da quelle delle favole. Nell’esistenza quotidiana la loro presenza è defilata e difficile da cogliere a causa del caos della massa informe e dei rumori assordanti; inoltre, la civiltà della fretta perenne e del pressappochismo rende spesso impossibile la loro azione. Ma talvolta capita che riescano a compiere le loro piccolissime magie: una parola giusta al momento opportuno, una suggestione lasciata a chi ne ha bisogno, una frase che cancella dubbi o nebbie della mente, un sorriso quando è necessario, un incoraggiamento.
I regali delle fate sono in apparenza trascurabili e modesti. Ecco perché è difficile coglierli e riceverli con gratitudine, e poche persone li riconoscono e sanno apprezzarli come meritano. Ma forse c’è un modo per non lasciarsi sfuggire simili doni: ascoltare, osservare, riflettere con attenzione. Chiunque, intorno a noi, può improvvisamente farci un regalo gradito, e spesso si tratta di persone sconosciute o quasi.
Prima del temporale
Mi piace il rumore dei tuoni in lontananza, quando il temporale avverte del suo imminente passaggio. Chiudere le persiane prima del suo arrivo è un gesto che m’infonde sicurezza, è la prova che ho un rifugio e la possibilità di resistere.
Apro la finestra, guardo la strada e vedo una luce chiara all’orizzonte. A primavera i temporali sono così: il grigio che li accompagna non è mai troppo intenso, il pianto cela sempre un sorriso.
Mi sembra che i tuoni, in questo lungo pomeriggio, siano una buona compagnia.
(La foto è tratta da qui)
Gli alberi
Sembra che stia sorridendo, con i suoi rami tesi e il manto bianco a ricoprirlo; sembra contento nonostante l’inverno e il gelo.
Gli alberi m’infondono sempre serenità. Fermi, tranquilli, solidi, hanno una calma dignità che seduce senza turbare. La loro ammirevole discrezione li rende compagni straordinari in ogni occasione: sono presenti ma senza invadenza, sono lì ad aspettarci ma senza farsene accorgere, riescono a consolarci senza infliggerci penose umiliazioni. A volte penso che gli alberi siano ottimi insegnanti.