Verso l’autunno

Ormai  è  chiaro: basta  guardare  la  luce  del  sole  per  accorgersi  che  l’autunno  è  alle  porte. È  una  luce  allegra  ma  pacata, saggia  nella  sua  moderazione, calma nella  sua  assenza  di  furore.

Qui, nei  giorni  scorsi, c’è  stata  un  po’  di  pioggia, ma  non  la  vera  pioggia  autunnale. Ogni  stagione, infatti,  ha  la  sua  pioggia – particolare, unica, diversa  dalle  altre. La  pioggia  d’autunno  è  accompagnata  da  un  velo  di  malinconia,  che  invita  alla  riflessione  lenta  e  profonda, ma  senza  la  severità  e  la  cupa  ostentazione  dell’inverno. Non  ha  la  dolce  gaiezza  e  il  tono  lieve  della  pioggia  primaverile; eppure, a  ben  guardare, sotto  il  suo  velo  di  tristezza  spesso  appare  un  sorriso  che  riscalda, seduce, compiace. Ciò  non  deve  stupirci, perché  l’autunno  è  la  stagione  più  complessa  e  misteriosa, l’unica  che  sa  donare  malinconia  e  serenità  nello  stesso  tempo. Aspettiamo  allora  che  arrivi,  per  lasciarci  trasportare  dalla  sua  indecifrabile  magia.

Di neve e silenzio


D’inverno, il silenzio sa essere talmente profondo da apparire solenne e meritare rispetto. Talvolta, quando i giorni sono tetra agonia di nero e di grigio, incute timore suscitando pensieri fra tenebre e gelo.

Però, mentre cade la neve lenta e costante, il silenzio è un abbraccio sincero, uno scrigno di ricordi e segreti, una bianca promessa di pace e infinito.

L’ora migliore


Novembre avanza grigio e freddissimo, violento nella sua straziante disperazione. Mattine di nebbia gelida e pomeriggi scuri ad attendere il buio di notti senza fine: è l’autunno che piange, stremato dal dolore.

Questa è l’ora migliore. Fra pochi minuti, il giorno inizierà a spegnersi in favore dell’oscurità. Allora, i fantasmi dei ricordi emergeranno dalla nebbia della sera, opachi, confusi e stanchi. Ma sarà soltanto pietà ad accompagnare il disincanto.

Estate sul blog


Il clima estivo, con il desiderio di vacanze e di spensieratezza che sempre vi si accompagna, contagia anche il blog. Ogni anno mi capita la stessa cosa, ogni anno si ripresenta la medesima sensazione: per quanto possa sembrare strano, persino questo spazio mi appare diverso, completamente catturato dalla luce e dalla maliziosa leggerezza dell’estate.

Il blog mi parla e mi chiede di abbandonare le riflessioni troppo impegnative, le profonde immersioni negli abissi più remoti dell’anima e i pensieri austeri. Questo è il momento del sorriso che si trasforma in sonora risata, questo è il momento degli scherzi e dei repentini sbalzi d’umore che sanno d’adolescenza e di capacità di sognare.

Il sole c’è nonostante tutto, nonostante ciò che consapevolmente si elude per non turbare e opprimere gli altri. L’estate vuole essere, qui e ora, un augurio per tutti: possa questa luce trasformarsi in un messaggio colmo di letizia; possa tanta inebriante vitalità cancellare le ombre più cupe.

La grazia


La grazia è un incanto discreto che sfugge agli occhi del mondo. È un calmo sorriso accennato al tramonto, è uno sguardo che parla d’emozioni remote, è una mano protesa a raccogliere un fiore.
La grazia è un incanto discreto che passa fra nuvole stanche.

(Nell’immagine il dipinto Paesana toscana, di Cristiano Banti)

Nel regno delle fate


In una favola che si rispetti, o almeno in molte favole che ci hanno raccontato da bambine, nei momenti di difficoltà appare d’improvviso una bella fata a risolvere tutti i problemi e a dispensare utili consigli.

La vita reale non è una fiaba, lo sappiamo bene. Eppure le fate esistono davvero, sebbene siano molto diverse da quelle delle favole. Nell’esistenza quotidiana la loro presenza è defilata e difficile da cogliere a causa del caos della massa informe e dei rumori assordanti; inoltre, la civiltà della fretta perenne e del pressappochismo rende spesso impossibile la loro azione. Ma talvolta capita che riescano a compiere le loro piccolissime magie: una parola giusta al momento opportuno, una suggestione lasciata a chi ne ha bisogno, una frase che cancella dubbi o nebbie della mente, un sorriso quando è necessario, un incoraggiamento.

I regali delle fate sono in apparenza trascurabili e modesti. Ecco perché è difficile coglierli e riceverli con gratitudine, e poche persone li riconoscono e sanno apprezzarli come meritano. Ma forse c’è un modo per non lasciarsi sfuggire simili doni: ascoltare, osservare, riflettere con attenzione. Chiunque, intorno a noi, può improvvisamente farci un regalo gradito, e spesso si tratta di persone sconosciute o quasi.

Prima del temporale


Mi piace il rumore dei tuoni in lontananza, quando il temporale avverte del suo imminente passaggio. Chiudere le persiane prima del suo arrivo è un gesto che m’infonde sicurezza, è la prova che ho un rifugio e la possibilità di resistere.
Apro la finestra, guardo la strada e vedo una luce chiara all’orizzonte. A primavera i temporali sono così: il grigio che li accompagna non è mai troppo intenso, il pianto cela sempre un sorriso.
Mi sembra che i tuoni, in questo lungo pomeriggio, siano una buona compagnia.

(La foto è tratta da qui)

Gli alberi


Sembra che stia sorridendo, con i suoi rami tesi e il manto bianco a ricoprirlo; sembra contento nonostante l’inverno e il gelo.
Gli alberi m’infondono sempre serenità. Fermi, tranquilli, solidi, hanno una calma dignità che seduce senza turbare. La loro ammirevole discrezione li rende compagni straordinari in ogni occasione: sono presenti ma senza invadenza, sono lì ad aspettarci ma senza farsene accorgere, riescono a consolarci senza infliggerci penose umiliazioni. A volte penso che gli alberi siano ottimi insegnanti.