Oggi è una stupenda giornata di novembre: spenta e profondamente malinconica. Sembra strano o forse folle definirla stupenda – lo so – eppure novembre è questo: un alternarsi di debole sole e di bruma, una vertigine di tristezza mista a timidissima gioia. Grazie a questa atmosfera, la casa diventa un rifugio prezioso, il luogo dei sogni a occhi aperti, la dimensione ideale per riposare, progettare, lavorare, esprimersi al meglio.
La poesia di novembre è diversa da quella di ottobre. Novembre è meno ambiguo, più intenso nel manifestare i suoi umori, la sua estrema sofferenza, i colori della sua agonia. In un certo senso, ci pone di fronte alle nostre responsabilità e, nel farlo, conserva sempre quella dolcezza di cui è privo l’inverno. Ecco perché novembre è un’occasione da non lasciarsi sfuggire: prima che la scure dell’inverno si abbatta su di noi, ci ammonisce e c’invita a raccogliere tutte le energie necessarie per affrontare i mesi che verranno, insegnandoci che l’esistenza non è solo un vano disperdersi fra voci insensate e risate stridule, ma qualcosa di ben più profondo e complesso. E solo recuperando un rapporto con se stessi è possibile comprenderlo.