La serata è squallida: piove a dirotto, il freddo è umido e intenso e ciò che maggiormente si desidera è starsene in casa, al riparo e al caldo. Ma questo è il lato più affascinante dell’inverno: costringersi a un rifugio, restarsene sereni dentro una stanza illuminata, lasciarsi cullare dal rumore della pioggia e riflettere.
Strano mese, febbraio. Non l’ho mai compreso e continuo a non comprenderlo. Però questa atmosfera invernale non mi dispiace, questa serata buia e malinconica è una compagnia intelligente, un monito, un invito a pensare, un dono di pace e un sogno.
Scrivere mentre fuori piove è una forma di beatitudine e riuscire a farlo è un privilegio. Invece di annoiarsi, di imprecare contro il maltempo, di cercare improbabili e inutili compagnie, si ringraziano il freddo e la pioggia perché favoriscono la concentrazione e non si ha bisogno di nulla se non di una penna o di una tastiera. Così si è felici, molto più felici di quanto si possa esprimere a parole.
Talvolta dilaterei all’infinito questi momenti preziosi e veri. Sempre con il canto della pioggia a farmi compagnia.