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Ora l’autunno
Questa mattina il cielo era soltanto uno sguardo triste e inquieto; poi, quasi d’improvviso, è arrivato il sole, il sole di ottobre con la sua dolcezza – e quell’atmosfera che parla soltanto di quiete e di poesia.
Ora il pomeriggio sta declinando e, fra poco, la sera ammorbidirà i contorni delle case e delle strade. L’autunno è ormai un cammino incessante verso ombre più scure e brividi più intensi.
Equinozio d’autunno
Oggi comincia l’autunno, quello astronomico, che terminerà ufficialmente il prossimo 21 dicembre. Tre mesi di delizia pura, tre mesi di estasi per me e per tanti affezionati lettori di questo blog.
E allora non si può fare altro che pregustare le innumerevoli gioie che questa stagione saprà donarci senza riserve: il progressivo, estenuante impallidire della luce del giorno, i colori caldi delle foglie e dei cespugli prima della fine, i silenzi improvvisi nelle strade bagnate di pioggia.
L’autunno è poesia che si dispiega davanti ai nostri occhi giorno dopo giorno, in ogni angolo, in ogni scorcio remoto e tranquillo. E senza chiedere nulla in cambio: l’autunno si offre con generosità a chiunque voglia e sappia comprenderlo, perché comprendere l’autunno significa comprendere tutto di sé – senza finzioni, senza pudori, senza rimpianti. Proprio come le foglie che cadono mute.
Di misteriosa grandezza
Un’incontenibile esplosione di vita: arancione, giallo, marrone caldo, viola, rosso. Sono colori che parlano di allegria, di entusiasmo, di risate. Ma l’autunno è anche questo, un insieme di toni, di umori, di sapori la cui straordinaria bellezza riposa sulla varietà. L’autunno è generoso perché ci regala un’infinità di sfumature, di luci, di ombre, di odori che non possono essere racchiusi negli angusti limiti di una frase, sia pure ben scritta. E ottobre è la poesia che dispiega tale varietà davanti ai nostri occhi, invitandoci a leggerla, a interpretarla, a coglierne il senso più remoto.
Raffinato, sensibile e sereno, ottobre sussurra dolci parole – talvolta incomprensibili, talvolta bizzarre, talvolta di una chiarezza disarmante. È un privilegio riuscire ogni anno ad ascoltarlo, cogliendone la misteriosa grandezza. E cogliendola sempre con estremo stupore, sempre come se fosse la prima volta.
Sta nevicando
Quindici giorni fa, ho passeggiato lungo viali pervasi dalla struggente e delicata bellezza dell’autunno. Questa sera, invece, sta nevicando: è vento, è gelo, è inverno.
Domani preparerò gli alberi di Natale e perderò ore ad addobbare la casa. Ma, con la neve fuori, forse sarà più piacevole farlo. Per ora, nel pensare al Natale e a tutto ciò che comporta, mi torna in mente una poesia di Giuseppe Ungaretti.
NATALE
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
(In alto, una foto scattata da me tre anni fa)
D’infinita pace
Sole senza nubi- e questa pace infinita, profonda, che non conosce incrinature. Mentre il tempo scorre lentamente, l’anima abbraccia ogni segreto, coglie tutte le sfumature, non teme nulla: è la verità delle cose, la verità dei pensieri e l’inarrivabile serenità, che nessuno potrà mai scalfire.
Nulla è più concreto e più vero della poesia di queste ore: vale una vita intera e forse anche oltre. Nulla è più concreto e più vero della poesia, che afferra l’intima essenza di ogni cosa, illumina gli angoli scuri della realtà, getta lo sguardo su ogni dettaglio – e, sola, comprende ogni frammento del mondo. Senza errori, senza illusioni, senza ipocrisie.
D’infiniti chiaroscuri
Si presenterà vestito spesso di grigio intenso, col volto severo e accigliato o malinconico e pensoso. A volte, sebbene stremato, sorriderà di pallida luce attraverso i rami infreddoliti degli alberi stanchi.
Accompagnato dalla nebbia e dalla pioggia, certi giorni sarà irritante; eppure, la sua innegabile profondità e i suoi grandi occhi velati di tristezza suscitano rispetto e ammirazione. Novembre è arrivato ed è poesia d’infiniti chiaroscuri.
Dono d’autunno
Quando arriva l’autunno, prima o poi bisogna farlo. In un giorno di sole, con l’aria tiepida e la luce priva d’invadenza a farci compagnia, bisogna percorrere un viale coperto da foglie rosse e gialle per immergersi nella più bella poesia della natura, per dialogare con essa raccontandole sogni e struggenti ricordi e fantasmi remoti.
Saper cogliere certi doni meravigliosi è un privilegio che ammanta l’esistenza d’infinito.
Dolce ad agosto
Mentre agosto ha deciso di scatenarsi facendo piombare su noi poveri mortali una cappa di caldo che, stando alle previsioni, dovrà aumentare, io, che in questo momento non intendo soffermarmi su argomenti seri o pesanti, mi consolo con l’immagine di questo dolce, raffinato, delicato e probabilmente assai gustoso. Sembra una poesia sotto forma di torta, eterea, quasi fatata nella sua elegante sobrietà. Si tratta di una creazione di Camilla Rossi.
Posso offrirvene una fetta? 😀
Segnalazione – Ombre rosse
In questo periodo, sta uscendo nelle edicole una collana di dvd intitolata I capolavori del cinema western. Da oggi è possibile acquistare Ombre rosse (1939), diretto da John Ford.
Un anno fa scrissi una dettagliata recensione di questo film, capolavoro assoluto del cinema di tutti i tempi. Approfittando dell’uscita odierna del dvd, che costa 9,90 €, lo segnalo volentieri a tutti gli amanti del buon cinema. In Ombre rosse si fondono armoniosamente epica e poesia, romanticismo e avventura, dando luogo a un esito che trascende il genere d’appartenenza.
Per la profondità e la pluralità di significati che lo caratterizzano, per la bravura del cast e per alcuni dettagli tecnici che erano all’avanguardia nel 1939, Ombre rosse può essere a buon diritto definito un’opera d’arte. Una menzione speciale merita poi il regista John Ford, unico, straordinario e insuperabile poeta del genere western.