Marzo, tempo di primavera. È il mese di passaggio per eccellenza, insieme a settembre. Ma settembre è un lentissimo, sereno declino, avvolto da impercettibili chiaroscuri e velato da ombre improvvise. Settembre è un ritirarsi adagio, un pacato affievolirsi di ogni eccesso, un’attesa che sa di non essere vana.
Marzo, invece, ha l’irruenza sfrontata e ingenua della prima giovinezza. Inaffidabile e malizioso, marzo sorprende e sconvolge, irrita e diverte. Certe sue piogge inaspettate ricordano l’inverno – l’inverno tetro, quello pieno di rancore; però, quando i giorni diventano sereni, marzo è un compagno allegro, un amico entusiasta, una finestra aperta su un orizzonte luminoso.