Poi di sera si rallenta e allora, finalmente, ci si ricorda di se stessi. Ma non è la sera invernale, lunga, cupa eppure morbida nell’abbraccio caldo della propria casa, assunta a supremo luogo di rifugio; questa è la sera di primavera, quando il sole non è ancora tramontato ma sta per farlo. È il passaggio misterioso che collega il giorno alla notte, un’ora strana, un’indefinibile, arcana sospensione priva di forma ma colma d’inquietante intensità. E quest’intensità parla, giunge dritta al cuore, s’insinua nei recessi dello spirito fino a commuoverlo o a sopirlo. Dipende dai casi, dipende dai momenti, dipende da tutto e da niente.