Sommesso, sazio di vento, trasognato e forse stanco. È un mattino d’inverno aspro e incolore, un mattino d’inverno e un desiderio profondo, mai davvero sopito e opportunamente celato: dormire, dormire a lungo, dormire e non sapere altro, dormire e non vedere altro – dormire soltanto e poi dimenticare.
È un mattino d’inverno rigido e spento, è un giardino coperto da neve, è il nulla del bianco che avvolge e nasconde, il nulla del bianco che travolge e nasconde – e la verità che non lascia scampo.
È un mattino d’inverno rigido e stanco, è un mattino d’inverno senza alcuna importanza.