
Trama
Pavia. Nino Monti (Marcello Mastroianni), maturo commercialista, incontra su un autobus una donna (Romy Schneider), dall’aspetto molto trasandato, che non ha i soldi per fare il biglietto. Nino le presta cento lire e la sconosciuta promette di restituirglieli. Poi scende dall’autobus e corre via, mentre Nino la osserva serio e perplesso. All’ora di cena, Nino riceve una telefonata e resta stupito nel riconoscere la voce della donna incontrata sull’autobus che afferma di essere una sua ex fidanzata, Anna Brigatti.
Nino, sposato con una donna fredda e molto religiosa, conduce un’esistenza scialba e monotona; così, comincia a ripensare al passato e alla sua storia con Anna, che risale a vent’anni prima. Una domenica si reca in Via Luigi Porta, la strada in cui Anna viveva da ragazza, e d’improvviso la vede comparire nella nebbia, pallida, spettinata, così trasandata da suscitare in lui persino disgusto. I due scambiano alcune parole e Anna rievoca il passato. Poi fugge via. Tornato a casa Nino viene a sapere che, proprio quella sera, in Via Porta è avvenuto un delitto.
Nino parla del suo incontro con Anna ad alcuni amici. Ma uno di questi, un medico, gli dice che Anna è morta tre anni prima a causa di un cancro. Eppure Nino la incontra di nuovo, a Sondrio, e questa volta la rivede bella come in gioventù. In seguito si danno appuntamento sul Ticino, in barca. Ma gli avvenimenti precipitano.
Commento
Fantasma d’amore (1981) è un film di Dino Risi, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore pavese Mino Milani. Snobbato colpevolmente dalla critica, il film è in realtà un interessante gotico all’italiana pervaso da un’atmosfera rarefatta e malinconica, struggente e poetica, che esprime alla perfezione gli stati d’animo dei protagonisti e lo squallore di esistenze prive d’amore, tutte incanalate negli ipocriti e facili schemi della rispettabilità borghese. Non a caso la vicenda si svolge d’autunno, fra strade invase dalla nebbia e ricoperte da foglie morte, a testimonianza di uno sfacelo che riguarda non solo la natura, ma la vita stessa dei personaggi principali.
Non manca qualche difetto: le figure di don Gaspare – sacerdote “spretato” che ritiene di poter comunicare con gli spiriti – e del ragioniere dipendente di Nino sono macchiette, a tratti un po’ ridicole e troppo sopra le righe. Tuttavia il film resta un buon lavoro, apprezzabile per la diafana atmosfera autunnale, la bella fotografia, la recitazione misurata ma efficace dei due protagonisti. Inevitabile che susciti qualche riflessione: l’incontro col passato può essere devastante e certe esperienze “estreme” conducono a un punto di non ritorno.
Voto: 7,5