
Quando non esistevano ancora i grandi centri commerciali e i rapidi acquisti online erano soltanto un miraggio, noi italiani frequentavamo in massa i magazzini Standa e Upim. Non erano soltanto luoghi di acquisto, ma un vero stile di vita e, soprattutto, un passatempo a costo zero. Per dirne una, i bambini si divertivano ad andare su e giù sulle scale mobili, facendo dannare i propri genitori.
E poi c’erano i vari reparti, davvero tanti: quello dei giochi, quello dei vestiti, gli accessori per la casa, i ninnoli natalizi, tazze, tazzine, libri, quaderni, dischi e CD. Succedeva, allora, che vi si andava anche soltanto per curiosare, per valutare la pertinenza di un acquisto, per confrontare stili e oggetti. A volte, specialmente se si viveva in provincia, ci si dava persino appuntamento davanti alla Standa o alla Upim, perché erano punti di riferimento assoluti, luoghi che tutti conoscevano e frequentavano. “Dai, c’incontriamo alle tre davanti alla Standa” era quello che ogni sabato, finite le lezioni a scuola, dicevamo io e la mia amica Marzia per incontrarci nel pomeriggio.
A Modena la Standa era nel cuore del centro storico, sotto ai portici del collegio, e perciò non esisteva persona che non vi entrasse. Poco lontano, all’angolo fra via Emilia e corso Canalgrande, c’era l’Upim, anch’essa presa d’assalto in ogni momento della giornata. Come sempre avviene in questi casi, esistevano due fazioni: chi preferiva la Standa e chi l’Upim. Ma quasi nessuno era fedele all’una o all’altra, perché, durante il giro di rito in centro, la noia spingeva molte persone a frequentarle entrambe.
Adesso, qui a Modena, al posto dell’Upim c’è Mango e al posto della Standa c’è lo store Benetton-Sisley.
E voi ricordate questi due vecchi magazzini, come li chiamavamo allora?