Leggere tranquilli all’aperto, in una mite giornata di primavera, quando la dolcezza del sole e dell’aria si fondono in un abbraccio silenzioso per inondarci di tepore, per accarezzarci, per regalarci qualche sogno – ancora, nonostante il disincanto.
Leggere sereni all’aperto, senza temere lo scorrere delle ore, il declino del pomeriggio, la sera che verrà. Sapendo che non sono giorni di pioggia, questi, non sono giorni di cielo irritato e dispettoso, di nuvole impazzite, di sospiri trattenuti a stento.
Sono invece preziosi giorni di quiete, giorni di luce obliqua tesa ad afferrare l’infinito – e a sussurrare parole, poesie e canti che si credevano perduti.
(Nell’immagine il dipinto Lettura romantica, di Silvestro Lega)