Il tempo passa in fretta e una pausa di dieci giorni sembra soltanto un frammento rubato all’infinito. Talvolta non scrivo non per mancanza d’argomenti, ma, al contrario, per sovrabbondanza d’idee e pensieri, o per un eccesso di pudore e discrezione; poi ci sono anche quei momenti molto bizzarri in cui si è afferrati da un certo non-so-che paralizzante. Forse indecifrabile, forse no.
Sono meravigliose giornate di primavera, queste; sono giornate di una mitezza che scalda il cuore, che induce a pensieri dolci, che fa emergere, dalle profondità oscure dell’anima, infantili desideri di corse all’aria aperta, di risate scomposte nei prati colmi di vita, di emozioni nuove. Con la primavera, l’adolescente che si cela in ciascuno di noi alza la voce, chiede di essere ascoltato, s’impone con ingenua prepotenza senza ammettere rifiuti. Spesso madamigella Saggezza interviene per farlo tacere, per ricondurlo con fermezza al suo posto, là, nell’oscurità di quelle memorie cui non si vorrebbe attingere; ma l’adolescente, si sa, non obbedisce, si ribella, s’indispettisce, non tollera freni. Così, madamigella Saggezza non ne esce sempre vincente: talvolta deve cedere e lo sfrenato adolescente si scatena.
In fondo è giusto così. Quando la vita chiama bisogna rispondere, e la primavera è una formidabile amica che ci risveglia, facendoci riscoprire forze ed energie sopite.