Siamo nel pieno del caldo torrido. Giugno sembra quasi sfaldarsi sotto il peso insostenibile dell’afa, della mancanza di vento, del cielo troppo bianco per essere gradevole, della pianura che appare più squallida e insignificante del solito. Perché non vi è alcuna bellezza là dove manca la possibilità di respirare.
Allora tornano in mente le colline e le montagne, con i loro profili immobili e sereni, con quel senso di pace e di libertà che regalano in qualsiasi momento del giorno. E torna alla mente lo sguardo perso a contemplare l’orizzonte e poi il cielo, quel cielo che non è mai monotono e incolore ma azzurro sfolgorante, quel cielo che appare immenso ma senza infondere alcun timore – come fosse un abbraccio da un altro mondo.