Scrivo e poi cancello

Scrivo una frase e poi cancello. Cambio argomento, ricomincio, l’idea è buona – è vero – ma no, non mi va e cancello di nuovo. E pensare che non mi mancano i temi e neppure i concetti, tanto che potrei scrivere cinque post tutti insieme.

Ma mi sento così, mi sento incerta e stanca e strana e distratta, come di fronte a un bivio con mille strade ad aspettarmi: questo va bene, questo no, questo è troppo, questo non sarebbe compreso. Mi fermo, ripenso, provo ancora, eppure no, no, qualcosa non va.

Vorrei che piovesse, ecco. Vorrei che il cielo fosse denso di tinte scure – e i tuoni e lo scorrere dell’acqua sui vetri e finalmente in pace. Allora scriverei una parola dopo l’altra, senza pormi domande, cullata dalla pioggia, meravigliosa compagna.

Ma lo so, so cosa sta succedendo: è l’arrivo della primavera a stordirmi – l’ora legale, i pomeriggi troppo lunghi, la luce, la luce costante. Eppure passerà anche questo, perché è soltanto una questione di abitudine. Bisogna accettare la transizione, assestarsi, trovare un equilibrio, sopportare il mutamento.

Talvolta, il passaggio da una stagione all’altra è un piccolo fardello. Occorre imparare a portarlo con sé, a farlo proprio, e senza lamentarsi, per non avvertirne troppo il peso.

  1. I momenti di passaggio sono affascinanti e fastidiosi al tempo stesso, ma ogni volta hanno un vissuto diverso e unico a loro modo.
    Il passaggio dall’inverno alla primavera è per me un passaggio molto più complicato di quello dall’estate all’autunno,per esempio….
    per non so quale misterioso motivo sembra quasi esserci un’inconsapevole rifiuto iniziale verso la nuova stagione, mentre la fine dell’estate è al contrario vissuta con una sensazione di quasi impazienza……

  2. È che in estate, quando eravamo giovani, programmavamo e facevamo un mucchio di cose, mentre ora non ci va di fare più nulla :temiamo di stancarci troppo, temiamo i cambiamenti, temiamo soprattutto di non avere più l’elasticità mentale di saperci adattare a situazioni nuove e imprevedibili. E invece no:è l’abitudine che abbiamo perso. Io non so che età tu abbia ma ti confesso che anch’io mi sento così, con questa strana ansia addosso. Prima eravamo contenti, aspettavamo le vacanze, facendo mille progetti.

    • Ciao, Paola.
      Io mi sento anche molto stanca fisicamente, perché ho trascorso alcuni mesi facendo la pendolare con orari tremendi.
      Avrei bisogno di pace e di un po’ di spensieratezza, ma la vita quotidiana mi e ci costringe tutti a ben altro.
      E i passaggi, è vero, diventano però sempre più faticosi.
      Buon domenica sera.

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