Settimana di primavera

Ci auguriamo che sia così: una settimana d’intensa primavera, la primavera degli inizi, quella ancora bambina, inebriante di colori delicati e di sogni. È una bellezza fragile, quasi ultraterrena, e a lungo non sa resistere. Occorre ammirarla ora, adesso che il tempo suo si compie in un battito di ciglia, come dall’alba al tramonto – come lo spegnersi d’improvviso. E senza molestarla, perché a tanto splendore si deve solo rispetto – e silenzio, silenzio per ascoltare.

Di bellezza e saldi valori

Per non lasciarsi trascinare dal caos del mondo, dalla volgarità dilagante e dagli umori maligni delle persone moleste, bisogna cercare la bellezza e restare ancorati ai propri valori, ammesso che se ne abbiano.

Nei momenti di crisi, nei periodi complicati, il ricorso alla bellezza e ai nostri principi più profondi sono l’unico mezzo per salvarci. La bellezza è declinata in tanti modi e tocca a ciascuno di noi coglierla: i colori del tramonto, i fiori primaverili che sbocciano per lasciarsi ammirare, la pioggia sottile che sembra cantare, la rugiada del mattino, un buon libro, la musica di quel tempo lontano; e poi ascoltare il silenzio, scoprire sentieri nascosti, parlare alla luna, afferrare ciò che sfugge a molti. Chi ritiene che ciò significhi accontentarsi, non ha compreso nulla della vita.

Oltre alla bellezza, sono indispensabili i valori, quelli cui aggrapparsi quando infuria la tempesta, i principi nei quali crediamo e che danno un senso a tutti i gesti quotidiani: sono loro a definire in modo chiaro le cose che non faremmo mai, quelle che nessuno può obbligarci a fare. Se si è talmente forti e saggi da attraversare il mondo saldamente legati ai propri valori, si troverà sempre una via d’uscita.

Marzo e primavera

Cambiano in fretta, i colori. Basta affacciarsi a una finestra per cogliere tutta la fatica del passaggio, le tracce dell’inverno che non vogliono sparire, i rami spogli, quel marrone freddo che racconta storie di morte. Eppure, proprio lì accanto, altri colori, altri umori, la vita che ricomincia:

Basta uscire di mattina, il sole ancora incerto, il giorno che stenta a cominciare; ma il rosa e il bianco della primavera ci attendono per accompagnarci lungo il cammino:

E ogni anno è sempre la prima volta, sempre la stessa emozione, quel ricominciare fra incertezze e lampi di splendore, e quelle tinte fresche e generose – correre incontro al mondo con entusiasmo:

Adesso infuria il vento e ci costringe alla resa, chiusi in casa, in attesa che finisca. Ma si continua a sognare, a intravedere i giorni che saranno, l’azzurro sempre più intenso e il mistero della pioggia sottile sul verde brillante delle foglie – e il non sapere dove siamo, e il tornare indietro, e chiudersi in casa in attesa di tempi migliori.

Scrittura, nausea e blog

Il problema è che, nelle ultime settimane, ho lavorato davvero tanto come ghost writer, e così adesso sono stata assalita da una sorta di nausea per la scrittura. A rimetterci è stato il blog, vittima incolpevole della mia stanchezza: è stato in attesa una settimana, poverino. Ma giuro che mi rimetterò subito all’opera.

Non che sia indispensabile: l’umanità può tranquillamente proseguire la sua esistenza senza che io aggiorni questo blog. Però, insomma, non me la sento di lasciarlo da solo nell’immenso oceano di internet. E ho già in mente un argomento coi fiocchi.

Lo so, l’immagine non c’entra nulla col post. Ma stasera va così.

I falliti

Viviamo in un mondo che esalta in tutti i modi, espliciti o ambigui, la sopraffazione, la prepotenza, la competizione sfrenata, la capacità di manipolazione, la sfrontatezza. Certo, nulla cambierà. Tutto resterà così fino alla nostra estinzione, che peraltro, visti gli ultimi avvenimenti, sembra abbastanza vicina.

Le persone migliori, cioè quelle calme, ragionevoli, capaci di empatia e di sentimenti costanti e profondi, sono considerate spesso perdenti o deboli. La realtà è invece un’altra. Chi ha bisogno d’ingannare, truffare, umiliare e manipolare gli altri per sentirsi forte, è un fallito dentro, nella propria interiorità, nel proprio essere più profondo. E il mondo trabocca di questi falliti.

Pensieri sulla guerra

Qualche pensiero al volo, molto brevemente. Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, i media ci stanno bombardando con infinite notizie e opinioni sul conflitto. Ai virologi in servizio televisivo permanente si sono sostituiti gli esperti di geopolitica h24. Il problema è che alcuni sono bravissimi e molto competenti, oltre che lucidi e razionali, mentre altri, invece, sono faziosi e ignoranti, non sanno ciò che dicono e creano confusione nella mente dei cittadini, già impegnati nella lotta quotidiana per la sopravvivenza.

È inutile che ci spieghino quanto sia cattivo Putin, perché sappiamo bene chi è: un dittatore. Resta però un dato oggettivo, freddo ma limpido: in questo momento, bisognerebbe impegnarsi al massimo per negoziare una tregua e tentare qualche compromesso. Rispondere che Putin non ascolterebbe è stupido e controproducente. Siamo sull’orlo del precipizio e, sotto di noi, c’è un baratro in attesa d’inghiottirci tutti; pertanto è opportuno intensificare le azioni diplomatiche. Bisogna mediare, mediare, mediare, senza stancarsi.

Chi soffia sul fuoco della guerra o è in malafede o forse non si rende conto che, se può ancora soffiare, è perché finora non ha ricevuto in testa una bella bomba nucleare – e fa anche rima. Basta pochissimo, basta un nulla ed è finita per tutti. Ci arriviamo oppure no?

Per fortuna, almeno finora, non è stato ascoltato il presidente Zelensky, che pretendeva la “no fly zone” sull’Ucraina, una soluzione che ci porterebbe al disastro mondiale. Leggo però ora che continua a insistere con la richiesta. Mi auguro che a nessuno venga in mente di assecondarlo.

Infine, una piccola nota. Ho sentito sbeffeggiare i pacifisti, bollati come persone fuori dalla realtà, idealiste e sciocche. Solo che se tutti fossero così idealisti e sciocchi, adesso non ci troveremmo a un passo dall’annientamento. Sarà banale, ma anche questo è un dato oggettivo.

Ricominciare

Cambiare gli abiti al blog è una trasformazione importante, che segna un passaggio anche nella mia esistenza, un prima e un dopo, come un compleanno. Comincia una nuova stagione, la primavera meteorologica, e arrivano nuovi pensieri, fantasie colorate e il desiderio di correre fuori, incontro alla vita, nonostante il vento di guerra e lo sgomento l’accompagna – e il non sapere come, quando, dove.

La primavera torna col freddo dell’inverno addosso, forse impaurita ma decisa a restare. Questi mutamenti sono confusi, faticosi, un passo avanti e due indietro, il sentiero che si dirama, la direzione da prendere, da che parte vado. E le margherite, le violette, il ricominciare.

Ecco, si ricomincia. Con qualche consapevolezza in più e l’idea confusa del farcela a qualsiasi costo.