Quel fatto strano

 

E poi sì, c’è quel fatto strano che non sai spiegarti, quei luoghi che non tolleri senza alcun motivo apparente. Io, ad esempio, fatico ad apprezzare il balcone della mia camera da letto. Eppure è grande e bello e si affaccia sul parco – gli alberi sotto che mutano al passaggio delle stagioni, gli alberi che sembrano quasi sfiorarmi con i loro rami.

Non dovrei lamentarmene, lo so, mi sento persino in colpa ad ammetterlo, ma quel povero, innocente balcone mi deprime. Ci ho provato, eh, ci ho provato eccome a trascorrerci qualche minuto, a guardare la strada sfumare in lontananza, ad ammirare il cielo quando sembra precipitarmi addosso; ma ho sempre avvertito uno scoramento, un senso di estraneità e di vicinanza fusi nel medesimo istante – estraneità a questo mondo, forse, come se fossi e non fossi. Come fermarsi a un confine, su un crinale incerto, o come se un sogno si fosse realizzato, ma poi si volesse fuggire, fuggire da quel sogno, fuggire da quell’inganno.

Poi magari capita che ti piaccia l’angolo insulso, o le fitte crepe su una strada vecchia, o un muro divelto, o la campagna squallida straziata dalla nebbia. Vallo a capire, cosa capita.

(Nell’immagine il dipinto Donna al balcone, di Henri Gaudier Brzeska)

  1. Post strano ma molto bello. Mi ha fatto pensare se anche io abbia parti di casa mia che apprezzi più o meno di altre, finora non avevo mai pensato a questa cosa.

    • Forse non hai mai avvertito sensazioni del genere, che sono immediate, istintive, irrazionali; oppure qualche volta ti è successo, ma non ti sei soffermato a ripensarci. C’è da dire che, in genere, noi donne siamo più propense a cogliere certe sensazioni.

  2. “Ma sedendo e mirando, interminati
    Spazi di là da quella, e sovrumani
    Silenzi, e profondissima quïete
    Io nel pensier mi fingo, ove per poco
    Il cor non si spaura. ”

  3. Anche per me è la stessa cosa. A casa dei miei nonni ci sono 3 balconi che affacciano su 3 diversi lati, ma sono troppo grandi, vuoti e con troppo “vuoto” davanti, visto che le altre case sono lontane. Invece a casa mia il balcone, lungo ma stretto, affaccia nella corte tra le case, quasi a toccare la finestra del vicino, come un prolungamento del salotto per chiacchierate nelle sere estive. La cosa che adoro di più è aprire completamente le due persiane che si affacciano su di esso, cucina e salotto, e far entrare la luce e il calore del sole in casa nelle belle giornate, come se il balcone entrasse in casa e la casa andasse fuori dalle mura per espandersi nella corte.

    • Dario, grazie per il tuo commento. La descrizione che fai del tuo balcone, lungo e stretto, è davvero bella e molto suggestiva: sembra proprio di vederlo così com’è, nelle giornate miti.
      Evidentemente è il fatto di essere così raccolto, senza vuoti intorno, ad attirarti.

  4. C’ è un sole che riscalda qui d’ intorno,
    come se, intanto, ci colpisse il cuore
    una malinconia che morde il giorno,
    come un cercare mesto dell’ amore !
    C’ era una volta un cielo e mille soli,
    c’ eravamo noi, i nostri amori, i nostri voli,
    poi nulla più …. sul fare della sera,
    ma lei rimase bella là dov’ era !
    Che importa, allora, o cara amica mia ???
    Che importa mai se il tempo non perdona ???
    Nel sogno, esiste ancor la nostra via …
    e Lei ci aspetta … ed il suo Amor ci dona ! 🙂

    • Che importa mai se il tempo non perdona?
      Nel sogno esiste ancor la nostra via…

      Ecco, questa è la chiave di tutto, ciò che resta e che nessuno ci porterà mai via.
      Grazie, Bruno, bellissimi pensieri. 🙂

  5. Come una finzione
    Non del sangue ma del rosso
    Acqua e sale e non le lacrime assaggiai
    Arsure come di battaglia
    Di comparse fuoco e paglia
    Ed i cuori son cavalli scossi in noi
    Amarsi è come andare in fuga
    e cosa ho fatto cosa ho detto mai

    Non è la verità
    Che più la dici più la dici mai
    è l’illusione mia che è vera……” cio’ che sembra non è ….e non sarà mai 🙂 “

  6. Ciao Romy, stavo ascoltando la canzone mentre leggevo il tuo post! Può sembrare poco attinente, un attimo forzato ma ci ho trovato il nesso dell’illusione. Come Minghi gioca con le parole su quello che sembra ma non è, cosi tu…..” forse, come se fossi e non fossi. Come fermarsi a un confine, su un crinale incerto, o come se un sogno si fosse realizzato, ma poi si volesse fuggire, fuggire da quel sogno, fuggire da quell’inganno.”…. La voglia di fuggire dall’illusione che é vera. Mi spiace che tu abbia pensato che fosse strano, cercherò di essere più chiaro in futuro.

    • Claudio@
      Non era una critica, ci mancherebbe! Devi sentirti libero di commentare come credi.
      Solo che non ho capito subito, perché mi sono concentrata sulla prima parte della canzone, con l’immagine del sangue e dei cavalli, che mi ha colpita parecchio. Sono un po’ rimbambita, insomma. 😂 Porta pazienza.

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