Ottobre, purtroppo, si dissolve oggi sotto il peso dell’autunno che avanza. Sta terminando il suo percorso dopo averci regalato trentuno giorni di poesia, quella poesia accessibile soltanto a chi ama oltrepassare la superficie delle cose.
In genere ottobre comincia in sordina: all’inizio è un prolungamento di settembre, luminoso come un’estate tardiva e stranamente benevola. Gli alberi sono ancora verdi, almeno in buona parte, ma è chiaro che qualcosa sta cambiando. Mentre i giorni trascorrono, si scoprono i primi tappeti di foglie sulle strade, che sembrano quasi comparsi dal nulla; poi, a mano a mano che il tempo passa, ottobre assume tutte le caratteristiche del primo, vero, magico autunno: dagli alberi, le foglie cominciano a cadere costantemente e i loro colori si fanno intensi, vividi, quasi volessero esibirsi per gli spettatori più attenti e capaci di gratitudine. A dominare sono ormai il giallo vivo, il rosso vermiglio, il verde screziato di nocciola e i toni del marrone, che richiamano la terra e la vita e la concretezza.
Anche il clima comincia a cambiare: le mattine sono più fredde, mentre una nebbia impalpabile, evanescente, sembra voler addolcire anche il cammino più malinconico. È il momento in cui ottobre s’insinua, con rarissima delicatezza, nei recessi dei nostri pensieri, e ci invita ad abbandonare il chiasso, i discorsi inconsistenti, certe miserabili futilità. La sua incomparabile grandezza consiste nel fare tutto questo senza costringere, senza ferire: ottobre invita, suggerisce, accoglie, è solidale. E oggi, congedandosi, ci regala pioviggine e freddo e umori incerti, per abituarci a tollerare nebbie più dense, fitte oscurità, aspri sentieri.
Una descrizione acuta, attenta e sensibile di un mese ricco di magia.
“Non so se tutti hanno capito ottobre/ la tua grande bellezza” cantava Francesco Guccini in un disco del lontano 1972 (Canzone dei dodici mesi, album: Radici).
E’ stato un ottobre anomalo, questo, per la quantità di giornate di sole, un sole caldo e ancora ostinatamente estivo.
Ma oggi ho camminato a lungo nella bruma, qui nella prima campagna oltre la città, e mi sono lasciato inondare dalle quiete e discrete suggestioni del grigiore e della pioviggine.
Ciao, Franz! Sono molto contenta di leggerti di nuovo, dopo tanto tempo. 🙂
Anch’io ho camminato a lungo, oggi, beandomi del grigiore e della pioviggine. Ne approfitto prima che l’autunno finisca.
Ben ritrovata da parte mia, Romina!
Mi sto riaffacciando al mondo dei blog e il tuo è il primo che ritrovo ancora vivo e, soprattutto, interessante.
Ti auguro un buon mese di novembre.
Grazie mille per le tue parole, Franz! E buon novembre anche a te.
Vero: la nostra bella stagione dura sempre troppo poco
” E oggi, congedandosi, ci regala pioviggine e freddo e umori incerti, per abituarci a tollerare nebbie più dense, fitte oscurità, aspri sentieri.”….Novembre è più severo e meno amorevole di Ottobre ma solo perchè ci deve preparare a dicembre, senza remore e rallentamenti.
” A dominare sono ormai il giallo vivo, il rosso vermiglio, il verde screziato di nocciola e i toni del marrone, che richiamano la terra e la vita e la concretezza ” invece ora regna La nebbia nella sua indifferenza….Un abbraccio
Questa mattina c’è un bel sole, però, dopo la pioggia di ieri. La giornata promette bene.
Un caro saluto. 🙂
Buona giornata Romina
Grazie per il video e buona giornata anche a te, Filippo.