E così, in un’alternanza di giorni luminosi e di giorni di pioggia, novembre sta scivolando via per dissolversi nel freddo e nella nebbia che preludono all’inverno. Nell’immaginario dei più, questo mese è l’emblema dello squallore e della tristezza, della vita che si sfalda senza celare la sua agonia, incurante dell’insensibilità del mondo, quasi martire dell’indifferenza altrui.
In realtà, novembre è anche quiete, dolcezza, poesia. Quando il cielo è sereno e il sole riesce a splendere, si avverte un calore particolare, una gioia talmente profonda da non poter essere raccontata. È il momento del passato e del presente che si fondono creando nuovi, inaspettati colori, è il momento della consapevolezza che si trasforma in serenità, è la pace che niente e nessuno può scalfire.
La verità è che il freddo e lo squallore esterno possono brillantemente convivere con la serenità interiore.
(La visita, Silvestro Lega, 1868)