Al principio di aprile, quando le giornate soffrono ancora di un umore incerto e di ingenua timidezza, la primavera si colora di un’atmosfera speciale. Soprattutto quando il lungo pomeriggio si dissolve nel tramonto, ci si può lasciare avvolgere e incatenare e perfino sedurre dal misterioso passaggio verso la sera: bastano il silenzio, una finestra semi-aperta, il vento leggero che muove le tende adagio e il cielo grigio chiaro a richiamare un brivido improvviso, un ricordo, un’indecifrabile attesa. Poi ci si sente sospesi, sia pure per qualche istante; ci si sente sospesi ed eterni a un tempo, ci si sente qui ma anche altrove. E passato, presente, futuro si fondono a richiamare l’infinito.
Forse è un bene che certi momenti siano tanto brevi.
Forse è proprio il loro essere così effimeri a renderli tanto preziosi….ci sono momenti che davvero a volte risultano indecifrabili, remoti frammenti di passato che sembrano riemergere talvolta in maniera inaspettata a ricordarci sensazioni e pensieri che pensavamo sopiti….
Ci sono davvero questi momenti ma non tutti riusciamo a descriverli. Però ci emozionano come nient’altro.
A inizio primavera e in tarda estate /inizio autunno capita spesso di vivere momenti così…..probabilmente la dolcezza delle temperature e la particolare inclinazione dei raggi solari al crepuscolo ci aiutano a riaprire i cassetti della memoria…..
Sì, è vero: l’inclinazione dei raggi solari al crepuscolo crea un effetto particolare, un’atmosfera ovattata che può risvegliare certi sentimenti in chi abbia una disposizione caratteriale adeguata.