Sommesso, sazio di vento, trasognato e forse stanco. È un mattino d’inverno aspro e incolore, un mattino d’inverno e un desiderio profondo, mai davvero sopito e opportunamente celato: dormire, dormire a lungo, dormire e non sapere altro, dormire e non vedere altro – dormire soltanto e poi dimenticare.
È un mattino d’inverno rigido e spento, è un giardino coperto da neve, è il nulla del bianco che avvolge e nasconde, il nulla del bianco che travolge e nasconde – e la verità che non lascia scampo.
È un mattino d’inverno rigido e stanco, è un mattino d’inverno senza alcuna importanza.
Mamma mia che inizio di giornata! Una tristezza… Hai fatto forse degli incubi stanotte?
Niente incubi. Ma con l’arrivo dell’inverno ho sempre bisogno di abituarmi alla nuova atmosfera (gelo, ghiaccio, ecc.) e mi viene il desiderio, che peraltro dura pochissimo, di andare in letargo.
Ma quando scriverai un libro???????????
Io mi convinco sempre di più che il dono che hai nel mettere per iscritto quello che provi non è comune……devi essere la reincarnazione di una delle mese….Calliope?
Scrivi un libro e vengo a Modena a farlo firmare!!!!!!
Ciao
Claudio, grazie, grazie! Le tue parole sono un prezioso stimolo e un incoraggiamento.
Buon fine settimana. 🙂
Sorry…muse!
La penso come Claudio.
Questo post è praticamente una poesia,