Si sa che le località di mare sono le più frequentate quando si tratta di vacanze. Del resto, ci sono posti davvero meravigliosi ed è comprensibile che piacciano. In Italia, noi amanti della montagna siamo una ristretta minoranza, e questo, da alcuni punti di vista, è un bene: chi ama andare in vacanza in montagna, infatti, cerca il silenzio, la pace, il contatto con la natura, ritmi umani e divertimenti tranquilli.
Ora, capita che, a volte, l’amante della montagna venga guardato con molta sufficienza da parte di una certa categoria di entusiasti-del-mare-a-tutti-i-costi, coloro per i quali il termine vacanza coincide solo con il termine mare, per cui, quando sentono che qualcuno ha trascorso agosto in montagna, lo considerano un poveraccio da compatire. Attenzione, non sto generalizzando: esistono tantissime persone che amano il mare, non vanno in montagna e non pensano queste cose. Mi riferisco a una ristretta minoranza di omologati-cronici affannosamente in cerca di vivere secondo le mode e soprattutto facendo quello che fanno gli altri. E ciò comprende anche la vacanza al mare.
A me è capitato più volte di essere guardata con il classico sorriso di compatimento dall’omologato-cronico che, già alla fine di maggio, comincia a scalpitare per l’eccitante vacanza al mare che l’aspetta. Che poi, in alcuni casi, tale vacanza consista in una settimana risicata al Lido delle Sabbie Mobili, fa niente: ha comunque una parvenza di mare, pare che ci sia un po’ d’acqua e dunque va bene così.
L’omologato-cronico con manie marine, ovviamente fidanzato o sposato con una uguale a lui, quando riesce finalmente a partire per farsi qualche giorno on the beach, si produce in tutto il repertorio che lo distingue. In che consiste tale repertorio? Semplicissimo: nel disturbare il suo prossimo. Possibilmente molto. Lancia l’automobile a tutta velocità lungo la strada principale della località prescelta – magari nel primo pomeriggio, quando le persone mentalmente sane tendono a riposarsi un po’ e a evitare di far baccano – e, mentre passa guidando come un ossesso e credendo di essere Alain Prost, mette la musica del suo stereo a tutto volume per far capire che lui c’è, è qui, esiste e l’umanità è obbligata ad avvertirne la presenza. Dopo di che s’impegna a seguire con invidiabile costanza l’imperativo di tutta la sua vacanza, che è uno soltanto: esagerare. Ciò significa che evita il più possibile di dormire, trascinandosi tutte le notti fino all’alba, trangugiando con ostinazione litri e litri di squallidi aperitivi – sul contenuto dei quali è meglio non indagare – cercando di partecipare a tutti gli eventi organizzati, in spiaggia e non, e danzando ogni giorno, alla medesima ora e con notevole zelo, il solito ballo dell’estate, che ha visto promosso fin dalla primavera in qualche trasmissione televisiva piena di veline e tronisti. Quando poi si trova in spiaggia, cerca di stare in ammollo nell’acqua il più a lungo possibile e fa il bagno a qualsiasi ora, anche col cibo sullo stomaco. Ovviamente, costui trascorre l’intera vacanza in costume da bagno – possibilmente uno slip molto ridotto, soprattutto se il fisico non glielo consente – rifiutandosi categoricamente d’infilarsi un pantalone leggero e una maglietta anche quando si è scatenato il temporale, il mare è in tempesta, le temperature si sono abbassate di dieci gradi e il vento infuria che è un piacere.
Ovviamente individui del genere non sono sterili, ma, al contrario, tendono a riprodursi con facilità. E allora vediamo l’omologato-cronico che fa di tutto per avviare sulla retta via il proprio figlio. Il suo incolpevole bambino, infatti, è lasciato libero di sfogarsi a sazietà sulla spiaggia: lo si vede girare a lungo senza cappello sulla testa, sotto il sole alto e quindi rischiando un’insolazione, e tirare la sabbia sugli occhi ai poveracci che cercano di riposarsi sotto l’ombrellone; lo si ammira mentre gioca spavaldo lanciando palle e palline che rimbalzano sulla testa dei malcapitati addormentati sui lettini, e, purtroppo, lo si vorrebbe strozzare quando comincia a gridare forte come un orso scotennato perché, poverino, ha fame e sete, ma mamma e papà non se ne accorgono in quanto troppo impegnati a parlare, con i vicini di ombrellone, di argomenti intelligenti, tipo il party della sera prima dopo il quale hanno vomitato anche l’anima.
Infine, a coronamento di questa imperdibile vacanza, l’omologato-cronico non dimentica d’immortalare, con la macchina fotografica digitale, la fidanzata o la moglie che si esibisce tutta giuliva in topless, sentendosi una diva. E costei non vede l’ora di postare la foto sexy su Facebook. In attesa dei “mi piace”.