C’è un’atmosfera di quieta attesa e di vaga sospensione quando, all’inizio di primavera, il sole stenta a mostrarsi e il grigiore, che non è quello prepotente e minaccioso dell’inverno, se ne sta timido e incerto ad accompagnare passi silenziosi lungo le vie e pensieri destinati a restare nello scrigno dei segreti.
Ci si sofferma allora a osservare il niente dell’attesa, ad ascoltare l’assenza di voci che lo pervade, a immaginare prati sterminati e poi l’orizzonte: da là, da quell’inafferabile infinito, giungerà qualcosa, si aprirà uno squarcio, saranno nuove parole. Ma se anche fosse il nulla, resterebbe l’incantesimo di primavera.
Frammenti di vita che suggellano esperienze d’intime emozioni.
Grazie Romina per la condivisione di tanta sensibilità.
Nives
Un caro saluto, Nives!
Ciao Romina, come tutti i passaggi stagionali questo periodo ha un qualcosa di indecifrabile che a volte
pare emulare le incertezze e le indecisioni della vita di tutti i giorni…..
Ben ritrovato, Filippo! 🙂