Oggi è stata una domenica piena di lavoro, perché ho dovuto preparare i miei alberi di Natale e sistemare altri numerosi addobbi. Morale: tutta la giornata è scivolata via così e adesso mi sento stanchissima. Però sono felice di aver terminato.
C’è qualcosa di più misterioso e struggente dell’ultima fase dell’autunno? Il sole di queste giornate ci consente di ammirare ancora, nonostante l’arrivo di dicembre, bellissimi paesaggi autunnali: non tutti gli alberi sono spogli e, in certe strade, lungo certe vie appartate – forse persino dimenticate – sembra di trovarsi ancora a novembre.
Tanti colori – verde marrone rosso giallo – e infinite screziature; poi dissolvenze nella nebbia del mattino, e visioni, stralci di memorie, passi tranquilli su tappeti di foglie morbide, quelle foglie che attutiscono la durezza dell’asfalto, quelle foglie che alleggeriscono l’esistenza, quelle foglie che non ci abbandonano. Fedeli, leali, affettuose.
In lontananza un’ombra, la fantasia che non teme di volare in alto, il desiderio di oltrepassare ogni barriera.