Chi di noi non ricorda la famigerata famigliola del Mulino Bianco? Madre, padre e due figli, ovviamente un maschio e una femmina; casa-fattoria immersa in una campagna meravigliosa, perennemente primaverile (mai che ci fosse, ad esempio, un acquazzone con forti tuoni o un po’ di sana melma in giardino), una natura così rigogliosa e festante da suscitare l’invidia del paradiso terrestre. In questa atmosfera proiettata al di fuori del tempo, dello spazio e della realtà tutta, la famigliola del Mulino Bianco era, alle sette della mattina, sorridente e felice di esistere, anche perché in giardino, col canto degli usignoli e i profumi celestiali dei fiori, l’attendeva la tavola della colazione, apparecchiata con una quantità di cibo sufficiente a sfamare dieci famiglie numerose e a digiuno da giorni. E lì, sotto il cielo benigno, la famigliola si strafogava con eleganza, ingoiando con disinvoltura interi sacchetti di biscotti del Mulino Bianco, come se al mondo non esistesse gioia più intensa. E i bambini inzuppavano i biscotti nel latte senza sporcare la tovaglia. Questo genere di famiglia idealizzata ha rappresentato una fonte di grande frustrazione per tutti noi poveri mortali che, alle sette della mattina, se tutto va bene e quando siamo di buon umore (leggasi: meno tesi del solito), cerchiamo di non sbranare chi ci sta vicino. A parte il fatto che la tavola meravigliosamente apparecchiata nel giardino tutto fiorito e perennemente primaverile non osiamo sognarcela neppure di notte, possiamo ritenerci fortunati se abbiamo il tempo per fare una colazione completa, che ovviamente non contempla i quintali di dolciumi presenti sulla tavola della famigliola felice. E neppure tutti quei sorrisi stampati in faccia. Non a caso, quando si vuole indicare con un po’ di disprezzo la stucchevole e assurda immagine della famiglia perfetta, ormai si cita direttamente la famiglia del Mulino Bianco.
A proposito di vivere quotidiano, chi non vorrebbe un autista come Ambrogio? Negli anni Novanta, una pubblicità dei Ferrero Rocher ci mostrava una sorridente e borghesissima signora abbigliata in giallo, seduta in macchina e, come lei stessa affermava, con un certo languorino nel pancino. Il suo raffinatissimo autista-maggiordomo di nome Ambrogio, sorridente quanto lei e felice di stare al mondo, per non lasciarla in preda a tale languore, faceva uscire da un vano dell’auto una piccola piramide di cioccolatini Ferrero Rocher, mandando in brodo di giuggiole la signora-di-giallo-vestita. Ecco, ogni tanto, nell’esistenza di tutti noi, ci vorrebbe un individuo come Ambrogio, una specie di fata declinata al maschile che ti soccorre e ti coccola nel momento del bisogno. In effetti, Ambrogio mi era simpatico. A parte queste chiacchiere, annuncio con gaudio che domani mattina, a colazione, mangerò un buon muffin. Voi direte: chi se ne frega! Mi sembra giusto. Perciò sto zitta e chiudo qui. 😀
Allora buona colazione!
” casa-fattoria immersa in una campagna meravigliosa, perennemente primaverile (mai che ci fosse, ad esempio, un acquazzone con forti tuoni o un po’ di sana melma in giardino) ” ….la mia ragazza viveva in un cascinale di un’azienda agricola (dove tuttora risiedono i suoi) e posso assicurarti che ho odiato quei 2 dannati Km di strada sterrata per raggiungerla in cascina!!! D’estate avevo l’auto strapiena di polvere,ma nel periodo di pioggia era uno slalom tra le buche,al punto di avere le stalattiti di fango (perenni) sotto la macchina!! Poi mangiare all’aperto alla mattina…….sapessi che olezzi che provengono dalle stalle e dai campi…..
Ci vorrebbe Ambrogio,ciao
😀 “..un po’ di sana melma….cerchiamo di non sbranare chi ci sta vicino” omamma che ridere! Romina stamattina mi sono fatta due risate di gusto, anche tre. Io poi ci metto un po’ da che mi alzo dal letto a quando posso dire di essere sveglia, perciò mi muovo più per abitudine che per consapevolezza.
Buona colazione per domattina e se vorrai aggiungere qualche dettaglio sarà il benvenuto.
Claudio mio nonno aveva la stalla dietro casa perciò ho ben presente e anche se certi “profumi” sono di origine naturale e non sono scie chimiche, non è proprio il massimo da accompagnare a caffè e quant’altro. 😦
Claudio@, la tua esperienza è la prova inconfutabile, se mai ce ne fosse bisogno, della vacuità degli ideali del Mulino Bianco, che infatti infastidiscono molte persone.
Una bella colazione vicino ai “profumi” di vacca, alle sette di mattina, non è proprio il mio sogno nel cassetto. 😀
Tiziana@ Buona colazione per domattina e se vorrai aggiungere qualche dettaglio sarà il benvenuto.
Eh, sapessi! Il dettaglio è che ho dovuto correre e quindi non mi sono sollazzata a dovere col muffin. Tenterò di riparare nel fine settimana, quando potrò rallentare un po’.
Tiziana@ Romina stamattina mi sono fatta due risate di gusto, anche tre.
Questo mi fa davvero molto piacere. 🙂
Della famiglia del mulino bianco o di qualunque famigliola dei film americani, mi incuriosce più che altro il fatto che ci sia sempre una bella luce calda del sole (come se fossero almeno le 9) e che abbiano sempre un sacco di tempo per star lì con calma come se fossero a cena (ma a che ora si alzano?).
Del resto però davvero in molti paesi esteri fanno colazioni lunghissime! Ma come fanno? Soprattutto come fanno a essere presenti tutti alla stessa ora? I casi sono 2: o in realtà uova bacon e pancake vengono preparati (o riscaldati) da ogni commensale in orari diversi, oppure hanno case con molti bagni (noi in famiglia eravamo 5 con 1 solo bagno… non ti dico!). Soprattutto se ci sono molte femmine in famiglia.
Ambrogio e la contessa hanno fatto nascere anche delle barzellette, ma molto sporche! 😀
Ecco, era una contessa. Questo l’avevo dimenticato: infatti ho scritto borghesissima signora. Niente di male, Ambrogio e contessa non si offenderanno per questo.
Tralasciamo le barzellette sporche, va’. 😀
Beh … sui “ferrero-rocher”, hai voglia @Ambrogio a catafrattarsi innanzi alla bella golosa, hai voglia a variare il concerto con altri spot e scene sublimali … essi furono, sono e rimarranno, ad onta dell’ inesausta pubblicità che non si rassegna d’ aver toppato, “… ‘a schifezza della schifezza ‘ell uommene” ! 😯
Ma come ??? Un amante di cioccolatini azzanna voglioso un “rocher”, convinto che trattasi di un bel tocchetto di cioccolata da sciogliersi gustosamente in bocca … e che si ritrova fra i denti ???
‘No straccio de biscottaccjo vafer, ‘nguattato co’ la confezzjone dorata e marcelato da ‘n’ impronta de cjoccolata invisibile …. tacci loro !!! 👿
Io vorrei che Ambrogio mi portasse, tutto sorridente e felice come non mai, il tè delle cinque con pasticcini e altre bontà. E che poi, terminato il rito, pensasse a lavarmi bene la tazza e a pulire il resto continuando a sorridere raggiante. 😀
Si Tiziana e Romina dite il vero,però la mia ragazza aveva il vantaggio di prendersi il latte direttamente dalle mucche…..i pro e i contro della vita rurale!
Bocciate le colazioni ma promosse le cene (meno olezzi ma + zanzare) all’aperto a ridosso del fontanile d’acqua sorgiva e sotto un noce maestoso…
Claudio, le cene all’aperto sono bellissime, d’accordo con te. A casa mia, in appennino, durante l’estate cenavo spesso in giardino: l’aria piacevole, gli alberi, i fiori…mhm, che ricordi!
Claudio non mi ricordare il sapore del latte appena munto!! Se poi si lasciava riposare per qualche ora (mi par di vedere ancora la terrina in vetro rotonda) si formava lo strato di panna e se eravamo fortunati, noi piccoli, potevamo intingerci il dito, mmmm che buona! Anche questo fa parte della cesta dei ricordi entro la quale spesso mi perdo.
Ihihih Marco mi immagino le lotte per il bagno! Altro che sorrisi giocosi e tempo per perdersi in chiacchiere, sempre di corsa sperando di non aver dimenticato qualcosa a casa.
Cavalieerrante be’ anche io preferisco un pezzetto di cioccolato fondente, ma sai un Rocher o un Mon Cherie non sono proprio da buttare. 😀
Romina ti auguro davvero di rallentare e assaporarti il muffin e tutto il resto, se poi dovessi trovare un Ambrogio come dici tu, avvisami che gli do l’indirizzo. 😀
Ai tempi di Ambrogio ero in giro per il mondo e quella pubblicità,quando riuscivamo a vederla,ci faceva sentire un po’ a casa (il mulino bianco no.Troppo fasullo anche per dei nostalgici emigranti !)
E se devo esser sincero mi sarebbe piaciuto essere Ambrogio. Per dividere quei cioccolatini 😉
Alessandro, sto leggendo un libro di Reinhold Messner (solitudine bianca) e m’è venuto in mente quando tu dicevi di aver dormito anche in un buco scavato nella neve.
Cazpita ma… ma… ma io non pensavo che quelle esplorazioni fossero così una sfida con la morte. Cioè, per saperlo…si sa, del resto sappiamo che qualunque nuova esplorazione è sempre pericolosissima (anche attraversamento dell’atlantico con dei galeoni di legno e tela, come il primo uomo sparato nello spazio, ecc), ma quando si inizia a interessartene davvero entrando nei dettagli di quella vita… beh…ti dico che dopo quella lettura, vado a letto un pochino scosso. 🙂
Guarda…. in un file di testo avevo già scritto altre cose pronte per il copia/incolla
ma poi ho pensato che entrare in certi dettagli macabri sarebbe un discorso forte e soprattutto non in relazione con l’atmosfera del blog. Quindi sarebbe troppo fuori luogo.
E poi non servirebbe nemmeno: sicuramente sai di cosa parlo.
Eh si Marco,ho passato parecchie notti in buchi scavati nella neve sulle montagne qui intorno a me,ben conosciute.Nulla di eroico od estremo,alla Messner per intenderci.La quota era intorno ai 3000 o poco più,ma pericoli pochi.Freddo si,ma si era attrezzati e sopratutto giovani 🙂
Ora rimangono i ricordi delle belle arrampicate con gli indimenticati amici,purtroppo quasi tutti “andati avanti”.
“andati avanti”……
…carino… 🙂
” Andare avanti “……si usa dire tra gli Alpini 🙂