Non è facile abituarsi, perché il cambiamento è radicale. Certi colori sono definitivamente scomparsi, certi pensieri sono freddi come il ghiaccio, e alcune parole sono venute meno per lasciare spazio a interminabili silenzi.
Capita di riconoscersi a stento, di guardare al proprio passato scorgendo i tratti confusi di un altro io, ormai sepolto per sempre sotto il peso del tempo trascorso.
Non è facile abituarsi, ma occorre farlo. Allora, con infinita pazienza, si osserva l’orizzonte ritrovando la calma. In fondo, è un’altra primavera: si guarda il cielo, si scorge l’azzurro e si ascolta il canto del vento, affettuoso e discreto come pochi.
I fiori, muti compagni di quiete ore solitarie, sanno ogni cosa e comprendono.
(Nell’immmagine, il dipinto Signora in terrazza di Cristiano Banti)
i colori non abbandonano mai definitivamente chi ha provato a guardare oltre una giornata, un momento, lo spazio di un racconto
ciao Romina
E’ tutto molto vero…
Girando per blog è insolito imbattersi in un post come questo.
Perché è scritto in prosa ma ha l’indeterminatezza allusiva della poesia, di quella più intimistica e quasi sussurrata, e proprio per questo tangibilmente sincera, vera, e a sua volta evocatrice di private sensazioni anche nel lettore. E soprattutto di conforto profondo.
Brava, Romina, davvero.
Ciao Elina e Platone. E grazie!
Franz@
Che dire? Ti ringrazio molto per ciò che hai scritto, e soprattutto per aver capito che si tratta della descrizione di uno stato d’animo vero. A volte il significato di quello che scriviamo o viene eluso oppure deformato; perciò fa piacere vedere che qualcuno legge con reale interesse e attenzione, con partecipazione.
Se poi certe parole sono davvero di conforto profondo, significa che ho ottenuto il mio fine e di questo sono felice.
🙂
Ciao e buona giornata.