Fra dubbi e responsabilità


Scrivere pubblicamente è una responsabilità. Quando si sa che tante persone leggono, è inevitabile interrogarsi sui contenuti dei propri post, chiedendosi, ad esempio, che effetto farà un certo argomento sui lettori o che impressione lasceranno i nostri toni.
Non è semplice come può sembrare a chi non scrive e si limita a leggere. Esporsi su un blog, anche attraverso un nickname, significa offrire parti di sé a persone sconosciute. I giorni trascorrono, uno dopo l’altro, e non sono tutti uguali: capita di essere allegri, malinconici, sfiorati dai ricordi, depressi, sereni. E si scrive influenzati, di volta in volta, da questi umori, ben sapendo che non si può pretendere egoisticamente che i lettori comprendano o tollerino o apprezzino tutto senza distinzione.
Capita allora di dover mitigare la malinconia o frenare l’allegria o cercare le parole adeguate per esprimere qualcosa che, raccontata in termini netti e decisi, potrebbe amareggiare o sconcertare.
In questo senso ho parlato di responsabilità, una responsabilità che implica anche fatica, sebbene sia una fatica cui mi sottometto volentieri. Nessuno, infatti, mi obbliga a scrivere qui, ma è una mia libera scelta di cui continuo a essere felice.

Vivere è un continuo sforzo di mediazione. Anche fare il blogger, dunque, implica la necessità di mediare fra le proprie esigenze di comunicazione personale, talvolta dirompenti, e i diritti dei lettori che reclamano un po’ di svago o di pace o di divertimento, a seconda dei casi e dei giorni. Resta la consapevolezza che non si può sempre accontentare tutti.

  1. Ciao Romina, grazie dell’accoglienza in questo tuo blog dall’atmosfera un pò magica.

    Non so, riguardo i tuoi dubbi posso dirti che io ti leggo perchè esprimi emozioni, sensazioni, riflessioni talmente profonde che non mi sembrano mediate, anzi, mi arrivano dirette come se ti conoscessi di persona.

    E’ vero, gli umori ci fanno volteggiare, amarezze e allegrie si rincorrono anche nell’arco di un’ora ed è difficile trovare le parole per descrivere tutto ciò che proviamo a qualcuno che ci legge.
    Ammiro chi, come te, ci prova e si espone pubblicamente con i propri pensieri.
    Capisco i tuoi timori ma ti prego, non mediare troppo pensando a chi cerca “svago o pace o divertimento” : io per esempio amo la malinconia…. 🙂

    Milena

  2. Ma perchè mai i tuoi lettori o visitatori che dir si voglia dovrebbero pretendere di trovare sempre qualcosa in sintonia con il loro umore del momento!
    Se siamo qui é perché ognuno di noi ti sente affine a se in qualche aspetto, e quindi, come di un amico, accettiamo e ascoltiamo gli sfoghi, i racconti ,i ricordi,allegri o malinconici che siano.
    Anzi, magari troviamo qualcosa che in quel momento non ci aspettiamo e che ci fa riflettere in modo diverso.
    Capisco i tuoi dubbi e ti fanno onore, ma rassicurati si capisce bene che la responsabilità, non solo nello scrivere, fa parte di te, per cui mi associo a Milena e ti prego di non mediare troppo.
    un abbraccio.
    Gessica

  3. Milena e Gessica@
    Vi ringrazio moltissimo per i vostri commenti e incoraggiamenti. E un po’ d’incoraggiamento, ogni tanto, è gradito e necessario.

    Potete stare certe che “medierò” poco e che continuerò a scrivere nel modo in cui ho sempre fatto.
    Solo che ogni tanto capita di avere dubbi o di porsi qualche scrupolo, e di volerlo condividere con chi ha la pazienza di leggere. Perché il blog esiste anche e soprattutto grazie a voi lettori, e quindi è giusto rendervi partecipi delle incertezze del momento per sentire il vostro parere.
    Un abbraccio a voi, di cuore.
    🙂

  4. Interessante questo post, visto che ho aperto da poco il mio blog e non so neanche quanto scriverò, e, di sicuro, _cosa_ scriverò.
    Ma il punto secondo me è l’obiettivo che si vuole raggiungere.
    Voglio dire, se si cerca di attrarre il maggior numero di persone, allora si dovrà probabilmente parlare in modo semplice, divertente, e magari inserire molte volte la parola “sesso” (ho letto alcune considerazione di un blogger che valutava come variasse il suo traffico conducendo alcuni esperimenti)
    Ma, per come la vedo io, i blog sono un po’ i loro autori, e per fortuna siamo liberi di dire ciò che desideriamo condividere con gli altri. Per chi non ama ciò che diciamo, ci sarà probabilmente un altro blog che rispecchierà di più il suo modo di essere…

  5. è vero quello che scrivi,
    soprattutto quando il blog è impostato come un diario, fatto di spazi interiori, di sussurri con se stessi,
    spesso mi chiedo anch’io che effetto fanno le cose che scrivo, che immagine di me trapela,
    mi consola sapere che quello che scrivo nasce dal mio cuore, che non c’è volontà alcuna di mettermi in mostra, come se fosse il blog una vetrina,
    ma semplicemente vivo il blog come la possibiltà di confrontarmi con umiltà e sincerità..
    un caro saluto

  6. Più che altro io mi pongo il problema di non voler appesantire troppo il clima di questo spazio, che desidero mantenere abbastanza sereno, con tutti i limiti del caso.
    Spero che, almeno nel suo complesso, resti un blog in grado di regalare un po’ di sogni e di svago.

    Benvenuto, Gabbiano, e auguri per il tuo blog.

    🙂

  7. Grazie Romina.
    … “regalare un po’ di sogni”, forse è questo quello che piacerebbe fare anche a me, ma non so se ne sono capace. E anche per questo, sarà bello provare.
    Credo proprio che gironzolerò un po’ per il tuo blog, trovato un po’ per caso ma non credo molto distante da me, da una primissima impressione

  8. Molto bello questa tua riflessione e condivisibilissima 🙂

    E’ una responsabilità ed anche un rischio scrivere, e soprattuto scrivere di argomenti che sono anche un po’ personali… se uno scrive di web o marketing, beh, allora nessun problema, ma se uno scrive di cose personali, è sia una responsabilità che un rischio di esporsi troppo… o forse esporsi troppo è un bene? 🙂

  9. Sergio e Aurora, buona serata! Ormai la giornata è scivolata via. 🙂

    Gabbiano@
    Fai bene a provare. S’imparano molte cose, e poi il blog è una nuova forma di comunicazione che arricchisce, almeno secondo me.
    Io lo paragono sempre a una casa che ciascuno deve arredare coi mobili che meglio crede. Si spera di avere ospiti, ci dispiace se qualcuno non considererà la nostra casa adatta a sé o se interpreterà il nostro “arredamento” nella maniera sbagliata, ma d’altra parte è un rischio che bisogna correre, come nella vita reale.

    Lorenzo@
    o forse esporsi troppo è un bene? 🙂

    Una domandona, caro Lorenzo!
    Qui si potrebbe parlare per ore.
    Mettiamola così: dipende dalle persone alle quali ci rivolgiamo e da ciò che vogliamo comunicare.

  10. Io… almeno per ora, non mi pongo troppi problemi.
    Se ci si pone con sincerità, il nostro blog rappresenta noi stessi, o, perlomeno, una parte di noi stessi, e come nella realtà non si può piacere a tutti.
    Anzi, se piacessimo a tutti, secondo me ci sarebbe qualcosa che non va, saremmo troppo omologati a una “normalità”.
    Il fattore feedback è senza dubbio importante nei blog, perché dopo un po’, se nessuno interagisce con te, potresti sentirti un po’ stupido. Si spera, che, pur non piacendo, i nostri post siano comunque stimolanti.

  11. Ciao Romina,
    spero che tu stia bene (almeno quanto me). Ho letto con interesse il tuo post e i commenti a seguire. Condivido molto quanto dice Gessica nel suo commento. E ci aggiungo che dai tuoi post viene sempre fuori lo stato d’animo che ti accompagna al momento: romanticismo, un velo di malinconia, nostaglia, allegria.
    Ed è questo il bello del tuo blog, non credo che nessuno vorrebbe che si appiattisse. E poi il garbo fa talmente tanto della tua natura che qualsiasi cosa tu scriva – anche quando è una critica feroce – riesce a suonare come un sussurro. Ciao:)

  12. Buona sera a tutti.

    Arabafenice@
    Ciao. Io sto bene, grazie.
    E ti ringrazio anche per il commento perché, come ho scritto sopra, i pareri altrui servono, ogni tanto, a chi scrive pubblicamente. Specialmente dopo più di tre anni. Un blog si costruisce anche insieme a chi legge; diversamente non avrebbe senso.
    🙂

  13. Torno qui dopo alcuni giorni di blog e un po’ di pausa.
    Credo, ora, dopo una breve interazione con alcuni miei “lettori” (che mi anche un po’ impressione a pensarlo 🙂 ), di capire meglio quello che hai scritto nelle tue considerazioni.
    Sento anche io una certa responsabilità, ma più che altro l’ho sentita un po’ nei confronti del nome che ho dato al blog.
    Forse potevo scegliere qualcosa di più semplice, come “Gino’s blog” 🙂
    Beh, ormai è fatta! 🙂
    Tu ti sei posta il problema perché hai deciso una impostazione abbastanza precisa per il tuo blog, tanto che mi pare di aver letto che ne hai anche un altro di tipo diverso, io mi chiedo se forse avrei dovuto pensare di più a cosa ci avrei scritto, prima di aprirlo.
    Credo comunque che la “pace” che citi e che cercano probabilmente i lettori, potrebbe essere molte cose diverse per ognuno. Ad esempio qualcuno potrebbe trovare pace condividendo dei problemi. Quindi… la responsabilità in effetti forse non possiamo averla verso potenziali milioni di lettori, ma verso ciò che desideriamo il nostro blog rappresenti.
    buona scrittura

    • Gabbiano@
      Secondo me hai fatto benissimo a scegliere quel nome per il tuo blog perché è poetico ed evocativo. A me piace molto. 🙂

      In passato ho avuto un blog dedicato all’attualità sociale e politica, ma l’ho chiuso perché non avevo più abbastanza tempo da dedicargli. Ho invece tenuto questo e ho intenzione di continuare perché mi rilassa, mi diverte, è una parte di me.

      Hai scritto una cosa molto giusta, almeno a mio parere: che qualcuno potrebbe trovare pace condividendo dei problemi. In effetti è vero. Senza dubbio c’è chi naviga sul web anche per cercare anime affini, per trovare qualcuno che abbia una sensibilità molto simile, per afferrare una parola “giusta” al momento giusto.

      Buona scrittura anche a te. 🙂

  14. Pingback: Essere se stessi « Sapore di nuvole

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