Passioni scatenate (II)


Come ho scritto in un altro post, non amo le telenovelas e ne ho viste soltanto due non interamente, più una decina di puntate di Cuore selvaggio. In queste ho notato il ripetersi di uno stereotipo: la presenza della donna-infermiera.
L’eroina, una fanciulla sospirante, avvolta in pizzi e trine, ingenua, lacrimante, onesta e impegnata a struggersi per amore, non fa altro che ricamare, prendere il tè e chiacchierare con altre femmine. Poi, a un certo punto della vicenda, il maschio della situazione viene gravemente ferito e lei olè!, d’improvviso si trasforma in un’esperta infermiera.

Ad esempio, in Amor real Manuel, il protagonista, viene condotto a casa pieno di sangue dopo che un disgraziato l’ha impallinato a dovere sperando che morisse. A questo punto che accade? Quella lagna della moglie Matilde, che piange in ogni puntata per i motivi più disparati, comincia a prendere catinelle colme d’acqua e panni bianchi e, prima dell’arrivo del macell…, ehm, del medico, opera con abilità sulla profonda ferita di Manuel improvvisandosi infermiera provetta. Naturalmente piange per tutto il tempo, ma in questo caso le sue eccessive lacrime hanno almeno un senso viste le condizioni del consorte.

Ora, se immagino me stessa al posto di Matilde – io però non piango per ventiquattro ore di fila tutti i giorni dell’anno –  temo che il povero Manuel morirebbe dissanguato perché, oltre a non essere infermiera, non saprei neppure improvvisarmi tale. Questa mia inettitudine, però, ha un lato positivo: farebbe terminare la telenovela in tempi assai ragionevoli, accorciandola di circa due terzi del totale. Il classico caso, dunque, in cui una mancanza o difetto si rivela invece un pregio.
Al di là di ciò, resta vivo l’importante quesito: fra i sogni segreti di molti maschi, aleggia forse la figura della donna-infermiera?

Una risposta

  1. Ah le telenovelas! Pure RaiTre, dalla scorsa estate ci si è buttata a capofitto, prima dei Tg regionali.
    Sentii un gran parlare all’esordio in Italia di quella con Sonia Braga, credo che ne seguii una per intero e l’inizio di un’altra, ma andiamo molto indietro nel tempo e negli anni. Davvero lontani: tutto e tutti.

  2. Ciao Frank.

    Pure RaiTre, dalla scorsa estate ci si è buttata a capofitto, prima dei Tg regionali.

    Non lo sapevo. RaiTre è l’unica rete televisiva ancora decente e mi auguro che non arrivi addirittura ad ospitare indecorosi reality.

  3. La cura è da sempre stata affidata alla donna. Forse, per questo, l’associazione tra questi due elementi fa parte dell’immaginario collettivo.
    Fare propria questa caratteristica e non considerarla un’etichetta credo segni un passo importante nell’emancipazione della donna. E, probabilmente, nella rivalutazione degli aspetti femminili nell’uomo.

  4. Francesca@
    Il mio post è volutamente molto frivolo. Niente da prendere sul serio, dunque.
    Lungi da me l’idea di criticare le “cure” svolte dalle donne.

    Clellina@
    Grazie per la delucidazione! Ho guardato i link, sembra una figura molto interessante, una donna davvero unica per la sua epoca.

  5. sì, siamo nelle frivolezze, ma romina, sai come si dice, “scherzando scherzando si dice il vero”. basta che non ci dimentichiamo che la femmina non è solo curatrice (il vero problema è che lo si confonde con l’essere serva e sottomessa). ieri ho visto per la prima volta “my fair lady” e ho trovato il finale – anzi, tutto il ruolo della meravigliosa Hepburn – davvero raccapricciante. voglio leggere il testo di B. Shaw, per vedere se era proprio così.
    romina, non siamo infermiere, al massimo, preferiamo farci servire e riverire; altrimenti, le cose ce le facciamo da sole. no? 😀

  6. giraffessa@ basta che non ci dimentichiamo che la femmina non è solo curatrice (il vero problema è che lo si confonde con l’essere serva e sottomessa).

    Hai toccato un punto importante. Spesso poi al ruolo di serva si viene ridotte in maniera subdola, tanto è ancora un certo potere maschile – economico e culturale – nella nostra società…eh, il discorso sarebbe lungo.

  7. beh,non so quanto possa fare testo il mio commento,dato che la donna infermiera l’ho già trovata,e non perchè rientro a casa impallinato e coperto di sangue,ma proprio perchè è laureanda in scienze infermieristiche 🙂
    Detto ciò,cara Romy…avrei un paio di serie tv da consigliarti:
    – Heroes
    -Dexter (i love it!)
    – Ghost Wishper
    ..inizia a vedere qualcosa di meno languido,e punta più sulsangue e gli squartamenti!!!

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